La nuova stagione dei consigli
comunali non era cominciata nel migliore dei modi, con una serie di errori ripetuti
durante l’elezione della commissione elettorale. Se possibile sta continuando
peggio, visto che è successo ciò che di solito non succede, cioè un verbale di
seduta compilato in modo pacchianamente errato. Un errore su tutti, la
documentazione firmata dal consigliere anziano sbagliato. Sono piccole cose?
Può darsi, ma sono cose che non ti aspetti da una amministrazione già in carica
da cinque anni e da un segretario comunale voluto fortemente dal sindaco, che
per averlo è stato disposto a pagarlo più di quello che pagava quello
precedente. Diciamo che i verbali dei consigli comunali non sono il suo forte.
Poi siamo entrati nel vivo, con
la definizione delle deleghe agli assessori. E cioè:
- Pietro Angelo Macchi, vicesindaco e deleghe allo
Sport e al Tempo libero;
- Andrea Aspesani, con deleghe a Pubblica
Istruzione, Cultura e Comunicazioni e Servizi sociali;
- Martina Maria Luisa, con deleghe a Bilancio,
Programmazione economica e Tributi;
- Caprioli Samantha, con deleghe a Viabilità e
Sicurezza, Protezione Civile, Ecologia e Attività produttive, Edilizia privata
e Lavori pubblici.
Quella all’urbanistica, forse la più
importante, è stata trattenuta dal sindaco, che accumula questo impegno a
quello di primo cittadino e a quello di coordinatore della Protezione Civile.
Di sicuro ha una voglia matta di nominarsi anche presidente della Pro Loco, con
cui è entrato in un conflitto ormai insanabile, ma per il momento lo statuto
non lo consente. È solo questione di tempo.
Un errore ancora più grave è
stato commesso proprio in occasione dell’assegnaziona delle deleghe agli
assessori. Nell’atto amministrativo che stava andando in votazione si sosteneva
che le dimissioni da consigliere comunale degli assessori Macchi e Caprioli, erano
doverose in quanto le cariche sono incompatibili. In realtà non è così, come ha
fatto notare il consigliere di minoranza De Simone, perché l’incompatibilità si
riferisce ai comuni con più di 15.000 abitanti, non a Solbiate. Vale per il
segretario comunale lo stesso discorso fatto in precedenza. Per chiudere il
discorso sugli assessori è stato chiesto anche come mai si è ricorsi a due
assessori esterni, per quanto uno in carica durante lo scorso mandato. La
risposta del sindaco è stata come al solito un po’ polemica, sembra non poterne
proprio fare a meno, e ha fatto riferimento a qualche strana strategia politica.
La realtà è che il decreto Delrio obbliga i comuni come Solbiate ad avere
almeno due donne in giunta, e un’altra, oltre a Samantha Caprioli, il sindaco
non ce l’aveva proprio. La nomina è andata quindi all’ormai ex revisore dei
conti, che è stata sostituita nel corso del consiglio comunale.
Poi si è passati a discutere delle
linee programmatiche che l’amministrazioen si impegnerà ad attuare e si è avuta
un’ulteriore scenetta gustosa quando il consigliere De Simone ha chiesto cosa
si intendeva per “agevolare il recupero ad uso pubblico delle aree standard da
parte di progetti anche privati con priorità a concorsi di architettura”. Il
sindaco ha dato la parola all’assessore Caprioli (ma non è lui l’assessore
all’urbanistica?) la quale sembrava proprio non avesse idea di cosa si stesse
parlando. In effetti poi la risposta l’ha data lo stesso sindaco senza riuscire
però a convincere granché sulla natura delle aree standard e sui progetti di
riqualificazione. Sempre in tema di riqualificazione è stata data la notizia
della ristrutturazione dell’ex oratorio femminile (non si sa bene per fare cosa
e quanto costerà) e sono stati di fatto annunciati investimenti nell’edilizia
scolastica grazie a 360 mila euro promessi (il sindaco ha utilizzato l’espressione
“progetto in cantiere”) dal presidente del consiglio e ai 400 mila di un bando Cariplo.
Dunque, partiamo dalla considerazione che se si parla di cifre così esatte vuol
dire che questi soldi sono sicuri. Ovviamente non lo sono. La richiesta fatta
da Renzi ai sindaci (a tutti i sindaci d’Italia, non solo a quello di Solbiate,
come in realtà ha voluto farci credere), era semplicemente quella di indicare
un lavoro di edilizia scolastica considerato come urgente. Sulla base di questa
indicazione sarebbero state agevolate le procedure di intervento, con priorità
concessa a progetti già perfezionati e già presentati a suo tempo per accedere
ai 150 milioni previsti dal famoso Decreto del Fare del 2013. Se Solbiate non
si trova in questa situazione non si capisce da dove salti fuori la cifra di
360 mila euro e quindi in che cosa consiste, per Solbiate, la promessa di
Renzi. Nella famosa lettera ai sindaci (plurale) si legge infatti: Non vi chiediamo progetti esecutivi o dettagliati:
ci occorre – per il momento – l'indicazione della scuola, il valore
dell'intervento, le modalità di finanziamento che avete previsto, la tempistica
di realizzazione. Avete letto bene, si parla di modalità di finanziamento
che avete previsto e tempistica di realizzazione. Siamo certi che il comune di
Solbiate ha progettato sia l’una che l’altra cosa, ma poterlo leggere nero su
bianco ci farebbe più piacere. Questi dati sono necessari perché così sarà
possibile, prosegue Renzi, individuare le
strade per semplificare le procedure di gara, che come sapete sono spesso causa
di lunghe attese burocratiche, e per liberare fondi dal computo del patto di
stabilità interna. Non so come la interpretate voi, ma a me sembra una
promessa alquanto vaga, lodevole ma vaga, di certo non si parla di soldi
sicuri.
Altro mistero sono i 400 mila
euro del bando Cariplo. Di quale bando stiamo parlando? Perché ce ne sono molti
ma nessuno è dedicato all’edilizia scolastica. L’unico rivolto alla scuola è il
Bando Scuola 21 che si rivolge però a progetti scolastici di scuola secondaria,
che non riguardano quindi Solbiate. Poi ci sono bandi per le energie
rinnovabili, per i servizi alla persona o per la ricerca scientifica. Davvero
ci sfugge quale sia il riferimento, inoltre anche questa volta si parla di una
cifra specifica, che tra l’altro si riferisce a una quota troppo consistente
del budget a disposizione del bando stesso (non c’è un solo vincitore, ma una
serie di vincitori tra cui viene diviso il budget totale). Rimaniamo in attesa
di qualche notizia in più, sarebbe una buona cosa.
È stata anche prospettata una
stretta “comportamentale” sulla richiesta di contributi al comune da parte
delle associazioni, che dovranno presentare i bilanci per potervi accedere.
Strano che finora non sia stato così, in ogni caso attendiamo la compilazione
di un regolamento ufficiale in modo che non ci siano più dubbi.
Alla fine si torna di nuovo al
segretario comunale, che nonostante le sviste è stato confermato nell’incarico.
Nell’ambito della filosofia del sindaco (“faccio tutto io”) è stato comunicato
che il segretario comunale prenderà in carico tutte le responsabilità di
servizio, che verranno quindi tolte ai funzionari comunali con un risparmio,
pare, di circa 60 mila euro. Era nell’aria, i rapporti con alcuni di questi
funzionari non sono buoni e quando il sindaco parlava di “familismi”
nell’ambito delle distribuzione degli incarichi si riferiva anche a questo.
Certo poi non si spiega granché la scelta per il comune di uno studio legale di
cui è socio un parente stretto del suo consigliere di fiducia, ma questa è
un’altra storia. Vedremo se è vero che le indennità di responsabilità
distribuite durante l’amministrazione Bianchi erano effettivamente troppe e
ingiustificate. La sensazione è che il segretario comunale non potrà avere
piena consapevolezza di tutto il lavoro che si svolge in un comune e che quindi
le responsabilità saranno ancora di chi le aveva prima (o il comune si blocca),
però con meno stipendio. Siamo curiosi di vedere come andrà a finire.
Alla prossima.