Di recente ho partecipato alla stesura di un libro che
racconta la storia del cotonificio di Solbiate. Una delle questioni più
interessanti che abbiamo affrontato è stata quella del paternalismo aziendale,
quella lunga epoca durata una sessantina d’anni (più o meno a cavallo tra ‘800
e ‘900) in cui le aziende si dedicarono a opere apparentemente filantropiche ma
che in realtà avevano uno scopo preciso. In poche parole: l’industria italiana
è stata a lungo in ritardo sul piano tecnologico e commerciale, pertanto era
costretta a tenere basso il costo del lavoro (salari bassi, turni di lavoro
elevati) per essere competitiva sul mercato. Alla lunga questo atteggiamento
avrebbe causato conflitti sociali, che vennero disinnescati proprio con una
politica di sostegno alle famiglie degli operai attraverso la costruzione di
asili, ambulatori, dormitori, spacci aziendali ecc. Oltre a limitare i
conflitti questo atteggiamento paternalistico legava i destini degli operai a
quelli della fabbrica, quindi non si trattava di filantropismo disinteressato
come invece si ritiene (ancora oggi a Solbiate, aggiungo).
Questa storia, soprattutto quella legata alla costruzione di
ambulatori medici, mi è venuta in mente quando ho saputo dei quattro
defibrillatori regalati alla comunità solbiatese da parte della Ely, l’azienda
che si è da poco insediata sul nostro territorio. Intendiamoci, non si può che
essere riconoscenti di questo regalo e io stesso mi sono offerto per
partecipare al corso per imparare a usarli, ma c’è qualcosa che forse non
torna. L’arrivo di Ely infatti è stato un po’ controverso. Ci era stato detto
che avrebbero costruito un piccolo impianto a biomassa e la proposta era stata
discussa dalla nostra commissione ambiente che l’aveva bocciata. A questo punto
siamo venuti a sapere che nulla del genere era in realtà in previsione e che la
Ely avrebbe semplicemente trasferito i propri uffici portando in dote alcuni
posti di lavoro. I colloqui sono già in corso, questo lo so per certo, e quindi
anche di questo ringraziamo l’azienda. Il fatto che non verranno costruiti
impianti a biomassa è stato recentemente ribadito dal nostro sindaco, in modo
molto chiaro, durante il recente incontro pubblico relativo ai problemi
dell’Olona e della Elcon. Ma se le cose stanno così dovrebbe essere la comunità
solbiatese che ringrazia la Ely, magari con qualche bel regalo, non viceversa.
Invece la Ely ci ha regalato 4 defibrillatori ed è stata l’orgoglioso sponsor
della quarta edizione degli Echi della Valle Olona. In totale stiamo parlando
di una gran bella cifra. Che si aspettino in cambio qualcosa? Che sia un
tardivo esempio di atteggiamento paternalistico per evitare qualche futuro
conflitto con i cittadini?
Sia chiaro, i defibrillatori non li restituiamo e la cena
comunitaria ormai è digerita. Facciamo così, consideriamo che sia solo una
specie di operazione simpatia, dopotutto la credibilità di un’azienda passa
anche attraverso la sua immagine e questo loro lo sanno benissimo. Sono una
società per azioni, devono fare profitto, e avere alle spalle controversie con
le comunità in cui operano non è mai un buon biglietto da visita quando si ha intenzione
di bussare ad altre porte. Se invece la loro intenzione è di tornare a bussare
alla nostra di porta, sappiano che non è con la costruzione di un ambulatorio
che si risolvono i problemi, ma con un atteggiamento aperto, franco e
trasparente. L’epoca del paternalismo è passata da un pezzo, non c’è più
nemmeno quell’atteggiamento di passività psicologica che caratterizzava gli
umili nei confronti dei potenti, quindi è molto meglio se ai defibrillatori e
alle cene si aggiungeranno informazioni, dati e discussioni sui progetti. In
quel caso andremo sicuramente d’accordo.
Ivan Vaghi