domenica 10 marzo 2013

Consiglio comunale del 9 marzo 2013


Consiglio comunale decisamente in crescendo, quello di sabato 9 marzo. Partenza in sordina con l'approvazione del Regolamento per i controlli interni (strumento introdotto dalla legge per rendere più efficienti le strutture comunali «con lo scopo di combattere la corruzione o evitare che alcuni atti vengano adottati senza la necessaria lucidità ed esperienza», ha spiegato il nuovo Segretario Comunale) e una minima variante al PRG (riguardante il posizionamento di alcuni impianti tecnici della BEA e le colorazioni esterne). Si è poi passati all'approvazione del piano di emergenza intercomunale tra Solbiate e Gorla Maggiore, comuni che hanno partecipato congiuntamente ad un bando regionale e il passaggio in Consiglio comunale, ha spiegato l'assessore Caprioli, è parte della prassi; il piano conterrà un'analisi del territorio e dei rischi e, di conseguenza, tutti gli accorgimenti che il sindaco dovrà adottare. Sarà pubblicato sul sito del Comune per 30 giorni, così da poter rendere possibili osservazioni da parte della cittadinanza. Al momento, ha spiegato sempre l'assessore Caprioli, l'unico rischio rilevante per il nostro territorio è la Momentive che, però, non produce più sostanze a base di ammoniaca, e perciò il relativo raggio che descrive l'area a rischio è stato ridotto a 400 metri. La cartografia, però, non essendo aggiornata contempla ancora il rischio maggiore. Da sottolineare il fatto che l’impianto non è dismesso, quindi potrebbe comunque in futuro riattivare tale produzione. Successivamente è passato in Consiglio comunale anche il parere sull'impianto di trattamento di rifiuti industriali ELCON, progetto che insiste sul territorio di Castellanza. Il parere contrario, già passato in Giunta, è stato rafforzato dall'approvazione in Consiglio Comunale.

In questo preciso istante, al momento della discussione di due mozioni presentate dalle minoranze, il clima si è decisamente surriscaldato. La prima mozione, partendo dal presupposto della sempre maggiore diffusione di impianti a pallets in sostituzione di quelli a gas, chiedeva che la Giunta si impegnasse nel monitoraggio della qualità dell'aria a Solbiate (in collaborazione con ARPA) e nell'eseguire un censimento di tali impianti attraverso un incrocio di banche dati, così da poter fotografare la situazione attuale e, nel caso, cercare di ottenere una proiezione sia degli inquinanti che della diffusione di impianti a pallets (diffusione che, a dire delle minoranze, aumentando la domanda delle stesse porterebbe a un ribilanciamento delle accise energetiche con la possibilità che queste non siano più economiche). Il sindaco Melis ha risposto adottando diversi argomenti: 1) al momento gli impianti a pallets sono convenienti e si tratta di un modo per liberarsi dalla schiavitù di Agip e Gazprom; 2) sul sito dell'ARPA sono già disponibili dati sulla qualità dell'aria per la provincia; 3) i maggiori inquinanti, al momento, sono gli impianti a gasolio, olio combustibile, carbone e il traffico veicolare e quindi: lo svincolo di Solbiate porterà 900 auto/ora in più rispetto al traffico attuale. Quest'ultimo passaggio, forzato e scontato, sta diventando un vero e proprio tormentone. Le minoranze hanno ribattuto al punto 2) chiedendo un monitoraggio più dettagliato su Solbiate e al punto 3) è nata la solita confusione. Al momento della votazione i consiglieri di maggioranza (tranne uno che si è astenuto, Bazzani, se non erro) hanno votato in maniera compatta con la minoranza, approvando la mozione e impegnando il sindaco a monitorare l'aria di Solbiate e a eseguire il censimento degli impianti domestici. Ecco, tra il pubblico è stata percepita una certa e insolita frenesia quando si è visto l'esito della votazione. C'era chi ipotizzava, ad esempio, che i consiglieri di maggioranza si fossero confusi in blocco, pensando di approvare una proposta della Giunta, mentre la mozione era proposta dalle minoranze. La sorpresa è aumentata quando il sindaco ha abbandonato l'aula, mentre si iniziava la discussione del punto successivo, per poi rientrare e tornare su questo punto e precisare «che abbiamo votato favorevolmente a censimento tramite incrocio banche dati e controllo dell’ARPA (e non a un censimento porta a porta)».

Il clima si è ulteriormente surriscaldato quando la discussione è passata dagli impianti domestici di riscaldamento a quelli di dimensione maggiore. Alla proposta che non esiste, ma prima esisteva, di Ely. La questione è la seguente: tra le diverse versioni dei fatti e dei progetti presentati da Ely, l'ultima vorrebbe che questa trasferisse a Solbiate i suoi uffici e che intendesse alimentarli con un impianto di cogenerazione a biomasse della potenza di 200 Kwh. Le minoranze, con la mozione presentata, fanno notare che la procedura semplificata PAS, di cui può avvalersi un impianto a biomassa, prevede che una volta ricevuta l'autorizzazione alla costruzione di detto impianto non ci siano limiti dimensionali fino alla capacità di 999 Kwh. Di conseguenza le minoranze chiedono l'introduzione di norme più stringenti e vincolanti che entrino in azione nel caso in cui si intenda realizzare impianti a biomasse di capacità superiore ai 100 Kwh. La risposta del Sindaco, chiaramente contrario all'introduzione di tali norme, si è articolata su questi punti:
  1. Se Ely dovesse chiedere l'installazione di siffatto impianto, consulteremo i cittadini «tramite referendum o questionari». Argomento che non regge, data l'esistenza della procedura PAS, servendosi della quale il parere dei cittadini non conta nulla;
  2. La PAS è figlia di un decreto del 2011 voluto dal Governo Berlusconi: non si capisce come mai gli esponenti locali dei partiti che allora erano al Governo (PdL e Lega) non siano d'accordo con i vertici. Propongo di fare un sondaggio: chi ha una tessera di partito in tasca, tra membri del Consiglio e della Giunta?
  3. La richiesta di limitare a 100 Kwh la potenza degli impianti a biomasse edificabili avvalendosi della PAS è una «istigazione al reato perché ci invitate ad andare contro le leggi dello Stato», «e potremmo denunciarvi, ma non lo facciamo, perché siamo abituati a confrontarci, a differenza dei nostri avversari politici». 
  4. Non crede alla buona fede ambientalista delle minoranze, dato che hanno voluto lo svincolo. E qui si potrebbe scrivere un'opera teatrale, dato che le battute sono sempre le stesse.
La maggioranza ha quindi bocciato la mozione.

Discutendo di quest'ultimo punto si è toccata di striscio la questione del Parco di Solbiate, un'opera di compensazione per l'impatto di Pedemontana, cancellato dall'amministrazione Melis: «si tratta di uno pseudoparco, l'area verde verrà mantenuta, l'unica differenza è che non sarà attrezzata». Il problema è che quando si tratta di preservare il territorio non si è mai sufficientemente incisivi, mentre la realizzazione del Parco avrebbe effettivamente posto un limite all'urbanizzazione che, nonostante i propositi elettorali della Voce Solbiatese, non è stata bloccata ad esempio dal Piano di Governo del Territorio.

Concludendo, a me, e credo alla quasi totalità dei cittadini solbiatesi, non stupisce l'ennesimo battibecco fatto di accuse rivolte al passato, ma stupisce come queste discussioni (su proposte comunque ragionevoli - e che personalmente condivido -, come quella di chiedere norme maggiormente stringenti per la realizzazione di impianti a biomasse) si attorciglino sempre su loro stesse e sui loro protagonisti, in un dibattito del tutto autoreferenziale fatto di argomenti come «non credo agli ambientalisti a corrente alternata». In questo caso non c'era da credere proprio a un bel niente, ma da discutere senza pregiudizi su una proposta, che nell'assurdità del dibattito viene etichettata come «istigazione al reato», addirittura, richiamando ancora una volta episodi (presunte denunce) che in questo contesto assumono sempre più una dimensione personale e non politica.

Ad ogni modo spero che prima o poi supereremo anche la categoria degli «ambientalisti», con tutte le sue possibili connotazioni, per capire che bloccare il consumo del suolo, che parlare di sostenibilità ambientale, sono cose che «non fanno parte della decrescita felice [e di una visione bucolica della vita], ma fanno parte della modernità».

S.C.

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