sabato 28 aprile 2012

Non è una valle per ciclisti

Non è un Paese per ciclisti, l'Italia. Negli ultimi dieci anni, i ciclisti - e per ciclisti si intende semplici cittadini che si spostano su due ruote - morti sulle strade italiane sono più di 2.500. Nel 2010 i morti sono stati 263. A livello europeo fanno peggio di noi solamente la Germania (462) e la Polonia (280), mentre fanno meglio di noi Romania (182), Francia (147), Olanda (138) e Gran Bretagna (104). E' chiaro che il dato va pesato sulle rispettive popolazioni, ma è proprio in questo senso che il confronto con la Gran Bretagna e Francia (rispettivamente 62 e 65 milioni di abitanti, contro i 60 milioni italiani) è impietoso.
Anche la Valle Olona non è più una valle per ciclisti. Il cantiere di Pedemontana, oramai da qualche tempo, ha tagliato in due la pista ciclopedonale che lega la valle, da nord a sud. Non sono stati previsti percorsi alternativi, perciò per "riprendere" la ciclopedonale è necessario percorrere un tratto di strada asfaltata. 
Negli ultimi tempi questo tratto di strada è diventato più pericoloso di quanto già non fosse prima: la strada è stretta, chiusa ai lati dalle recinzioni del cantiere e il manto stradale è in situazioni pietose, pieno di buche e rattoppamenti mal riusciti. Infine, alcuni automobilisti sfrecciano a velocità sconsiderate. A me piace pedalare e mi piace ancor di più pedalare in Valle, ma ieri ho avuto paura. 
E forse è il caso di fare qualcosa, perché nel weekend e con le belle giornate la Valle fortunatamente torna a essere viva e frequentata.
#salvaiciclisti, anche in Valle Olona.

giovedì 26 aprile 2012

25 aprile 2011 (sì, quello dell’anno scorso)


Lo scorso anno a Solbiate il 25 aprile non è stato festeggiato il 25 aprile ma una settimana dopo. Era Pasquetta, ubi maior.. E’ stato l’epilogo inevitabile di una tendenza cominciata il mese prima con le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Se ricordate il paese era affardellato di bandierine tricolori su quasi tutti i principali luoghi e monumenti civici e non. Quasi tutti. Mancava il monumento alla Resistenza, bellamente dimenticato, come se la Liberazione non fosse stato un momento cruciale della storia del nostro paese.
Non voglio approfondire i motivi, mi interessano relativamente, rimane il fatto che la società civile odierna fa fatica a riconoscere che quanto è avvenuto nel biennio 1946-1947, quello fondante il nostro modo di vivere (nel bene o nel male ma sicuramente molto più nel bene) è stato possibile grazie anche all’Insurrezione popolare del 25 aprile 1945. Per chi fosse distratto vado a elencare: democrazia, Repubblica, libere elezioni, suffragio universale, Costituzione, riconoscimento dei diritti umani e dei diritti civili. Io una bandierina tricolore sul monumento alla Resistenza l’avrei messa. Un monumento che tra l’altro è in grave stato di deperimento e anche questo è un aspetto che fa pensare.
La Resistenza non è più di moda? Evidentemente, però invito a riflettere su una cosa: dopo quella volta le uniche esperienze di popolo che abbiamo avuto in Italia, quelle in cui ci siamo riconosciuti come nazione e abbiamo sospirato insieme per la realizzazione di un sogno comune sono state le finali dei mondiali di calcio. Un po’ poco. Qualcuno dice che se tornassero i partigiani riprenderebbero le armi contro quelli che hanno tradito il loro sogno di giustizia e libertà, che era poi il sogno di tutto il popolo italiano. Non è possibile e non è nemmeno auspicabile. Quello che bisogna fare è farsi carico di quel sogno e tenerlo vivo, non più da partigiani ma da cittadini. La storia siamo noi, diceva quel tale, nessuno si senta escluso.

Ivan

martedì 17 aprile 2012

Cosa ci ha insegnato questa storia

Uno storiografo famoso disse che per giudicare qualcosa bisognerebbe osservarla da Marte perché solo così si riuscirebbe a essere sufficientemente obiettivi. Ci accontentiamo di qualcosa di più vicino, d’altronde l’obiettività potrebbe non essere un valore assoluto. Essere obiettivi vuol dire infatti mettere sempre e comunque sullo stesso piano posizioni diverse, anche quelle insostenibili. Platone accusava i sofisti di togliere valore alla filosofia proprio per questo motivo: se tutte le posizioni sono uguali e la differenza la fa la capacità del singolo individuo di convincere gli altri, vuol dire che non esiste più oggettività, non esiste più qualcosa che sia sempre e comunque vera. Il papa lo chiama relativismo ma sempre quello è. Ora sostituiamo la parola “convincere” con “imporre la propria volontà a dispetto di tutto e di tutti” e avremo il PGT di Solbiate.

I nostri sofisti sono partiti da una serie di presupposti: 1) l’unica cosa che conta è permettere al “privato” (entità eletta a figura religiosa) di fare affari; 2) la questione ambientale impedisce questo assunto inderogabile e quindi ce ne sbattiamo; 3) l’interesse della collettività è in contrasto con il punto 1 e quindi ce ne sbattiamo; 4) l’opinione della cittadinanza è il parto di gente sottosviluppata che non merita nessuna attenzione e quindi ce ne sbattiamo; 5) le leggi sono delle complicazioni fastidiosamente inutili; 6) i consiglieri comunali sono dei pupazzi che devono fare sempre e comunque quello che vogliamo noi.

Mi costituisco, non sono obiettivo, perché mai nella vita considererò questi presupposti meritevoli di stare allo stesso livello di altri. Ieri sera invece ci è stata raccontata una storia diversa, a tratti patetica. Abbiamo avuto l’architetto incaricato della stesura del PGT che brandiva il “diritto di edificabilità” come fosse l’ultimo dogma di fede, a cui bisogna immediatamente uniformarsi pena la scomunica. Abbiamo sentito l’assessore all’urbanistica sostenere che siccome un’area è rovinata la cosa più intelligente da fare è distruggerla del tutto. Abbiamo anche visto un sindaco dare lezioni di morale atteggiandosi a pontefice, presumo che presto o tardi darà alle stampe la sua prima enciclica in latino (titolo suggerito: Ad abolendam Solbiatem). Abbiamo soprattutto visto un gruppo di persone, i consiglieri di maggioranza, che ha già dato prova in passato di non avere nessun rispetto per i cittadini, prestarsi a quell’esercizio di disprezzo delle istituzioni che è stata tutta questa vicenda dell’adozione del Piano.

Rimango sostanzialmente della mia opinione, ognuno ha i rappresentanti che si merita. Solbiate più di questo, evidentemente, non può dare. Ne pagherà le conseguenze. Su una cosa però devo dare ragione a miss Attila: il peccato originale è stata la richiesta dello svincolo di Pedemontana. Avevamo detto su queste pagine (ahimè, il destino di Cassandra è veramente difficile da digerire) che sarebbe stato l’inizio dell’assalto a Fort Alamo e questo si sta puntualmente verificando. Cosa ci ha insegnato dunque questa storia? Niente, come non ci hanno insegnato niente le vicende passate. La prossima volta, con questo atteggiamento, andrà ancora peggio.

(citazioni: “Sofista” di Platone e “Ad abolendam”, enciclica di Lucio III che dava il via all’Inquisizione)

Ivan

Il PGT è adottato, ma non ci avete convinto

Finalmente un Consiglio comunale, quello di ieri, durante il quale il dibattito è comprensibile, senza continue sovrapposizioni vocali.
In apertura il tecnico che ha prodotto il PGT, il dott. Pozzi, ha fatto una veloce panoramica "tecnica" sui vari documenti del Piano, riprendendo la presentazione che già fece qualche tempo fa. In seguito si è aperto il Consiglio comunale, con l'intervento del sindaco Melis che ha risposto ad alcune accuse rivolte alla sua amministrazione in questo periodo, ripercorrendo la storia urbanistica di Solbiate, inserendovi critiche all'operato delle passate amministrazioni, ancora "rappresentate" in Consiglio dai due ex sindaci Antonello Colombo e Giuseppe Bianchi. Il successivo dibattito è stato ricco e approfondito (finalmente), sono emerse differenti (e motivate) visioni e il sindaco Melis ha assicurato che è questo il momento in cui si apriranno le porte del PGT alla cittadinanza. Noi rimaniamo convinti dell'opportunità che tutto ciò fosse fatto prima dell'adozione del Piano in Consiglio comunale (la pensa così anche la Legge).
Non ho potuto prendere appunti, perciò riporto ai nostri lettori alcuni passaggi che ho ritenuto significativi, in ordine sparso:
  • L'amministrazione stima che in 10 anni la popolazione crescerà del 10%, un dato che è in netto contrasto con il trend demografico in atto. "A fronte di una crescita attesa prossima allo zero, se non addirittura in decremento", ha scritto l'ARPA nella sua osservazione e mi piacerebbe capire come questa stima è stata controdedotta, dato che è su questo assunto che si innestano gli interventi a scopo residenziale; sul potenziale afflusso di popolazione e relativi servizi non è stato detto nulla.
  • La delocalizzazione del cotonificio è un'opportunità che viene offerta a un imprenditore che la volesse cogliere. E' però risultato evidente dalla discussione che non esistono reali incentivi perché si concretizzi; inoltre non è stato chiarito se le tre aree convertite in industriali sono destinate esclusivamente alla delocalizzazione o anche a insediamenti industriali "normali";
  • Siccome c'è lo svincolo - un'opera che l'amministrazione Melis non ha voluto, ma richiesta dall'amministrazione Colombo - e l'area è rovinata, meglio rovinarla ulteriormente "rivalutandola" e cercando di riportare allo stato naturale dei pezzi della Valle. Il risultato viene ottenuto perché una delle tre aree destinate alla delocalizzazione del cotonificio è situata in via Combattenti, la più vasta e appetibile. Su questo punto possiamo dire che "avevamo ragione noi"? Lo svincolo di Pedemontana è stato il peccato originale, che inevitabilmente, prima o poi, avrebbe portato qualcuno a compiere questo ragionamento, edificando ulteriormente l'area circostante allo svincolo stesso.
  • L'amministrazione dichiara di aver tenuto conto delle osservazioni di ARPA e Provincia, che sono state controdedotte e che potranno essere ulteriormente prese in considerazione durante la fase amministrativa/procedurale che si è aperta oggi;
  • Al parco di Villa Tobler non è stata garantita una maggiore "protezione" e la maggioranza ci lavorerà;
  • Non è stato chiarito se il proprietario del golf, grazie alle modifiche portate dal PGT, potrà sfruttare i residui edificatori dell'area dell'Hotel - destinati a terziario - per costruire villette sul golf. Da più parti si è sentito dire che il proprietario di quell'area ha da tempo avanzato richieste in questa direzione.
  • Il bosco di querce dietro a via dei Ronchi non è un bosco di querce, perché non ce ne sono abbastanza per definirlo come tale; inoltre non è stato chiarito se effettivamente su quell'area, destinata a verde pubblico, si possa costruire o meno. E' stato infine fatto notare dall'assessore come quella sia un'area poco appetibile, data la vicinanza di Pedemontana, ma è stata ribadito il concetto secondo il quale il PGT offre delle opportunità, che l'amministrazione spera vengano colte integralmente, ma non è detto che ciò avvenga;
  • Per incentivare il commercio sull'asse centrale del paese sostanzialmente non è stato previsto nulla. E' stata riproposta l'idea dei negozi polifunzionali, ma non credo che siano citati nel PGT.
Infine ci siamo sentiti tirati in ballo quando l'assessore De Simone ha voluto ribadire - sulla base di alcuni dati che sinceramente non ricordo - che il PGT non comporta una cementificazione selvaggia. Noi, purtroppo, rimaniamo convinti che invece sia il contrario. Non siamo in grado di citare dati, ma siamo in grado di offrire una lettura "politica", parola tanto disprezzata, ai tempi del trionfo della tecnica. La nostra lettura è la migliore che le nostre competenze, ma soprattutto le nostre capacità di rielaborazione, ci permettano di fare. Eravamo, siamo e rimarremo convinti che una delle priorità delle amministrazioni pubbliche debba essere disincentivare il consumo di suolo, fino a bloccarlo. Non ci convincono i ragionamenti che partono dalle "situazioni di fatto", perché ogni situazione di fatto è un pezzettino di cemento che si aggiunge alla cascata di cemento che inonda, da anni, questi territori. C'è il traffico, e allora facciamo Pedemontana. E c'è Pedemontana, e allora facciamo lo svincolo. E c'è lo svincolo, e allora facciamoci un'area industriale. E c'è l'area industriale, e allora cosa faremo? E dispiace rilevarlo, ma anche il discorso iniziale del Sindaco, rivangando le operazioni urbanistiche dal dopoguerra a oggi, va in questa direzione. Le cose cambiano, cambiandole.

Per questo c'è da capovolgere l'approccio. Non partiamo dalle situazioni di fatto per guardare al miglior compromesso possibile, ma capovolgiamo il ragionamento: da ciò che vorremmo a ciò che si può fare, non da ciò che c'è a quel che si può ottenere negoziando. Invece è stato fatto l'opposto, sancendo l'inviolabilità del diritto edificatorio, il più stupido dei diritti. Tra l'altro dobbiamo ricordare che l'incentivo alla delocalizzazione è dato da un consumo doppio di suolo rispetto al suolo "recuperato" in Valle. E "recuperato" va tra virgolette, perché riportare allo stato naturale terreni fortemente usurati da un'intensa attività industriale è operazione lodevole e da incentivare, ma non è un'operazione semplice.

Tutte queste cose - lo ripeto per l'ennesima volta - avremmo potuto dirle, discuterle, rielaborarle, argomentarle, prima dell'adozione di ieri sera. Perché lo sappiamo che ora si apre una fase di discussione, ma l'adozione, inevitabilmente, irrigidisce il dibattito, già irrigidito dalla mancanza di apertura dell'amministrazione.

Stefano

domenica 15 aprile 2012

Altre voci sul PGT

Vi segnaliamo un post pubblicato su On the Nord, dal titolo "Solbiate Olona, deeply on the Nord".

Inoltre riceviamo e pubblichiamo l'arringa che le minoranze avrebbero dovuto fare venerdì sera (per leggere a tutta pagina, cliccare su "Fullscreen"):

sabato 14 aprile 2012

Cosa non è successo ieri

Ieri non è successo niente. Non c'è nessuna notizia. Ieri sera è stato solo il triste epilogo del finto processo che porterà all'approvazione del PGT. Dopo la pressoché totale assenza di dibattito pubblico e di coinvolgimento della popolazione, dopo il Consiglio comunale farsa - tenutosi a pochi giorni dalla presentazione del piano stesso, ma durante il quale la maggioranza ha rinviato la votazione del PGT perché improvvisamente si è accorta dell'esistenza di alcuni conflitti di interessi - ieri abbiamo assistito allo stratagemma che sancisce definitivamente la sagacia tattica e la pochezza politica di questa amministrazione.
Cosa è successo? Ieri sera doveva essere adottato il PGT, ma erano assenti tutti i consiglieri di maggioranza tranne il Sindaco Luigi Melis, il vicesindaco Pierangelo Macchi e il capogruppo di maggioranza Luigi Colombo. Numero legale per lo svolgimento del Consiglio non raggiunto, di conseguenza il consiglio comunale è riconvocato in seconda seduta, lunedì, così che non sarà necessario raggiungere il numero legale ma si voterà a maggioranza dei presenti. In questo modo non saranno necessari i voti di 9 consiglieri (maggioranza assoluta) per approvare il PGT, ma solamente di 6 consiglieri (maggioranza relativa) ai quali si opporranno i voti dei 5 consiglieri di minoranza. Capito il trucco? Si va in seconda seduta, affinché quei consiglieri di maggioranza che non vogliono (perché contrari al piano) o non possono (perché portatori di un conflitto di interesse) votare il piano, potranno tranquillamente stare a casa senza compromettere l'adozione dell'atto e in sostanza la concretizzazione del conflitto di interesse. Tutto legale, tutto "nei limiti previsti dalla legge", nessuna forzatura (beh, insomma). Solo tanta tristezza perché il PGT è il documento più importante che un'amministrazione comunale possa elaborare, dato che incide direttamente e per lungo tempo sulla vita dei cittadini solbiatesi (e non solo solbiatesi). Per quanto ci riguarda questo è un PGT che va in tutt'altra direzione, come abbiamo già avuto modo di dire.
Non è un caso che la legge preveda meccanismi di ampia partecipazione, rispettati solamente in via formale dall'amministrazione Melis. Non è un caso - ci viene automaticamente da pensare - che tutto ciò (non) sia successo. Vorremmo delle spiegazioni, pubbliche e puntuali, spiegazioni politiche, senza tecnicismi e senza appelli alla forma della legge, vorremmo delle spiegazioni sulla sostanza, perché altrimenti non ci leveremo mai dalla testa la parola che ieri più si è sentita tra le stanze della Casa comunale. Vergogna.

Se i motivi che hanno portato al fantastico stratagemma di ieri sera possono essere ricondotti esclusivamente ai conflitti di interesse (e non quindi alla contrarietà politica di alcuni consiglieri), se, quindi, il circo di ieri è finalizzato all'approvazione di un atto che in condizioni normali non avrebbe potuto essere adottato per i troppi conflitti di interesse, a me sembra evidente la volontà di aggirare la legge. Non formalmente, ma nella sostanza, perché i conflitti di interesse che renderebbero impossibile adottare il PGT verrebbero tutti a concretizzarsi, in maniera studiata e voluta, non occasionale, come l'assenza in blocco di ieri dimostra. Non sono un avvocato e tantomeno un giurista, e questa è solo una considerazione.
Fatto sta che se, invece, fossero determinanti anche i voti di alcuni consiglieri di maggioranza contrari al PGT, dovremmo rilevare la scomparsa della maggioranza che amministra Solbiate Olona.

Stefano

Pubblichiamo un commento ricevuto a un post precedente:

Piu' di una persona l'ha definita una vergogna, questa e' stata la seduta del consiglio di ieri. I banchi dei consiglieri di maggiornaza desolatamente vuoti allo scopo di costringere la convocazione della seconda seduta e conseguente approvazione d'ufficio di un documento cosi' importante per Solbiate e' stato uno spettacolo tristissimo. Mi auguro che prima di lunedi' siano disponibili i filmati su youtube e i consiglieri assenti li guardino per rendersi conto di cio' che e' accaduto e di come si siano prestati al gioco dei 3 presenti. Mai come questa volta e' stato chiaro chi pensa e decide e chi deve solo alzare, abbassare la mano o fare il saltino. "La legge lo consente" e' la frase che tuonava sulle scale, sì, e' vero, la legge lo consente ma non stiamo parlando di un contenzioso con il nostro vicino di casa che tiene la radio accesa dalle 16 alle 18, stiamo parlando di un PGT sul quale ci sarebbe molto da discutere e non da approvare a suon di "la legge lo consente". Il PGT verra' approvato, qualcuno sara' (molto) felice, tutti ne subiranno le scelte, i consiglieri dovranno fare i conti con i loro concittadini che ogni volta che li incroceranno per Solbiate (gia', viviamo nello stesso paese) li ricorderanno per il consiglio comunale del 13 e ancor piu' del 16/04/2012 e cio' che significhera' per il *nostro* paese per molto tempo.
Non voglio suggerire ai consiglieri cosa fare, mi pare ci sia gia' chi lo faccia, li invito solo a dedicare pochi minuti al video su youtube del Consiglio Comunale che in passato ho visto pubblicati su http://www.youtube.com/user/alsideve e guardare i loro banchi vuoti.
Nel caso a qualcuno venisse qualche dubbio, non faccio parte di nessuna delle forze politiche solbiatesi, ringrazio pero' i gestori di questo blog per dare la possibilita' a un semplice cittadino di esporre il proprio pensiero e colgo l'occasione per ringraziare anche a chi realizza e pubblica i filmati.

martedì 10 aprile 2012

Ci siamo (PGT is coming)

Ormai ci siamo, venerdì sarà approvato il Piano di Governo del Territorio di Solbiate Olona, nel sostanziale disinteresse dei solbiatesi. Ci abbiamo anche provato a risvegliare qualche briciola di orgoglio civico nei nostri concittadini, ma non ci siamo riusciti. Non è che speravamo di instaurare il modello nord europeo delle consensous conferences (ogni decisione relativa al territorio viene discussa e programmata insieme ai cittadini, che poi sarebbe l’intento del PGT) ma che almeno ci fosse una rivendicazione diffusa del diritto all’informazione un po’ ci speravamo. E invece niente.

Ci sono due problemi da affrontare: il primo è trovare le strategie utili a far uscire i cittadini dal loro torpore passivo, per far loro capire che è necessario cambiare la visione “Concordia” (mi rendo conto di un problema solo quando ci sbatto contro) in visione globale (mi devo chiedere quale sarà la conseguenza futura di una decisione presa oggi); il secondo è riuscire a trovare una stirpe di amministratori e politici (a tutti i livelli) che si rendano conto del primo problema e vogliano affrontarlo. Già, perché le due cose sono collegate e trascendono Solbiate Olona.

Da noi però siamo messi proprio male, forse anche per un problema storico, nel senso che i solbiatesi non sono mai stati addestrati a interessarsi in prima persona e comunitariamente di ciò che li riguarda. I consigli comunali sono ridotti ad agenzie di ratifica delle decisioni della giunta, le commissioni hanno completamente perso la loro facoltà di dare indicazioni e consigli (alcune non vengono nemmeno convocate) e i cittadini sono tenuti all’oscuro di tutto. In teoria avremmo anche un assessore alla comunicazione, che però non conosce la definizione stessa di comunicazione: è l’azione con cui rendiamo partecipe qualcun altro di qualcosa ed è sempre interattiva. Più probabilmente invece la conosce molto bene ed è proprio il motivo per cui la evita, troppe cose da spiegare e forse da nascondere. Viva la trasparenza, antico e dimenticato cavallo di battaglia.

Certo i nostri capi ci somministreranno ancora la solita lagna: “noi siamo qui, se avete qualcosa da chiedere venite pure”. Dall’alto dei loro seggi non hanno voglia di mischiarsi con la massa però ci concedono udienza. Ringraziamo commossi.

D’altronde come dargli torto, sicuramente non c’è stato un esodo di solbiatesi verso i loro uffici per le questioni che riguardano il PGT. Schiavi del concetto secondo cui sono autorizzato a occuparmi di qualcosa solo se mi riguarda direttamente. Concetto drammaticamente sbagliato. Tutto quanto ci riguarda direttamente, finché viviamo su questo territorio dobbiamo coltivare la responsabilità di preservarlo nel miglior modo possibile, non di permettere il libero sfogo di interessi particolari, quali che siano. Diranno che non c’è nessun interesse particolare. Forse sì, ma noi che ne sappiamo? Non ci avete mica resi partecipi di quello che avete deciso, né prima né dopo. Non ci avete mica permesso di assumerci questa famosa responsabilità. Non ci avete mica spiegato in che cosa consistono questi famosi conflitti di interesse che vi hanno fatto spostare l’adozione del PGT. Forse ci considerate troppo idioti per capirlo, o troppo poco meritevoli di attenzione per farvi perdere del tempo, in ogni caso vi sbagliate e in ogni caso non vi siete comportati come amministratori responsabili e rispettosi nei confronti dei vostri concittadini. Cosa che probabilmente vi interessa davvero poco. Riuscirete comunque a portare a casa il risultato, confidando ancora una volta, spero una delle ultime, nella poca lucidità del solbiatese medio (i solbiatesi non sono d’accordo? che mi insultino pure però provino a dimostrare il contrario se ci riescono) e nella delegittimazione di un consiglio comunale che non riesce più a essere organo legislativo, come invece dovrebbe. Insomma, la colpa è di tutti, degli amministratori, dei cittadini poco attenti e anche di chi, come noi, non forse è stato abbastanza incisivo nel portare avanti questa battaglia di riconoscimento democratico.

Speriamo nella prossima generazione di amministratori, che prima o poi arriverà. Speriamo soprattutto che si renda conto che se si vuole crescere è necessario farlo insieme e che la volontà popolare va cercata, stimolata, coltivata e curata perché sia sempre produttiva e propositiva. L’attenzione e l’interesse della proprio comunità non deve essere visto come un limite, ma come una fondamentale risorsa, perché la comunità che subisce solamente non sarà in grado di dare indicazioni e suggerimenti e le possibilità di sbagliare saranno più alte.

Ivan