mercoledì 7 marzo 2012

La seconda bocciatura (cose che neanche Il Trota...)

Ci eravamo lasciati sul parere della Provincia di Varese riguardante “la proposta di Documento di Piano e sul Rapporto Ambientale”, protocollato in Comune il primo giugno 2011. La Giunta provinciale ha approvato gli esiti dell’istruttoria inerente la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) ritenendo, però, che “non tutte le scelte operate dal Documento di Piano (DdP) siano sostenibili”. La premessa è la stessa del post precedente: data l’assenza di dibattito pubblico, non sappiamo se tali osservazioni siano state accolte o meno, possiamo solamente basarci su quanto osservato durante la presentazione ddll’Ing. Pozzi lunedì 27 febbraio e sulla base di ciò ritenere che le obiezioni della Provincia (insieme a quelle dell’ARPA) non siano state accolte. Ci auguriamo che venga fatta chiarezza, perché - lo diciamo con molta franchezza – l'alone di mistero che avvolge il PGT non è per nulla rassicurante.

La Provincia, nella descrizione del contesto territoriale di Solbiate Olona, fa subito presente che “l’attrattività di Solbiate Olona appare complessivamente alquanto limitata, le curve demografiche mostrano variazioni poco significative nell’ultimo decennio (si consideri che i residenti al 31.12.2001 erano 5603 [al 31.03.2011 sono 5653, n.d.a.])”.

Dopo aver verificato il rigore e la correttezza metodologica nella stesura del DdP, la Provincia rileva che “i ‘numeri’ del piano, come reso disponibile in sede di VAS, sono rappresentati essenzialmente dalle sue previsioni rispetto a abitanti teorici insediabili e superfici oggetto di previsioni di trasformazione, manca purtroppo l’analisi del consumo di suolo”. Del consumo di suolo si parla ben poco, sostiene la Provincia: “non risulta che il tema del consumo di suolo abbia rilievo, per quanto vi sia consapevolezza (lo dimostra il fatto che il relativo indice compare negli indicatori per il monitoraggio) che, in una situazione di urbanizzazione diffusa, particolarmente onerosa in relazione ai costi pubblici e sociali che ciò comporta, con la sottrazione della risorsa suolo ci si debba inevitabilmente confrontare”. E la scarsa attenzione al consumo di suolo si affianca con previsioni di crescita non in linea con il trend in atto: “il piano si fonda su un’ipotesi che vede la popolazione residente incrementarsi, nel decennio, di circa 500 abitanti; in sostanza, si propone una crescita prossima all’1% annuo, oggettivamente superiore alla media dell’ultimo decennio (+0.11% annuo)”. È vero che, data la situazione di stasi demografica anomala rispetto agli altri comuni della zona, ci si trova in una situazione scomoda ai fini delle previsioni, ma la Provincia ritiene, comunque, che “considerata la specifica politica enunciata nel DdP (“contenimento dello sviluppo demografico entro limiti determinati dalla domanda endogena di abitazioni…”), il dimensionamento totale non risulta pienamente coerente rispetto alla stessa. Può essere opportuno, pertanto, verificare le condizioni che hanno portato ad individuare un AT residenziale (AT3) su aree libere, tenendo conto che vi sono già altri AT (1 e 2) interessanti aree parzialmente edificate, nonché aree di riqualificazione (non identificate nella cartografia del DdP) il cui contributo in termini di capacità insediativa teorica è rielvante (163 ab.).

Sempre a tenendo conto delle scarse informazioni che abbiamo, le aree di cui si parla abbiamo cercato di individuarle. Nell’immagine sottostante le aree AT 1 e AT 2 sono quelle in rosso, mentre l’area AT 3 è in azzurro (il tutto a occhio: qualche riga potrebbe non essere precisissima).

L’area AT 3 è stata oggetto di un volantino recentemente distribuito da “Buongiorno Solbiate” nella zona su cui insiste l’area, dal quale citiamo: “Vi è prevista (nel PGT in adozione, n.d.a.) la trasformazione del bosco di querce (forse l’ultimo rimasto a Solbiate), dietro alle vostre abitazioni, in terreno edificabile per costruire case popolari. Questo terreno era stato ceduto, da voi lottizzanti, come standard a verde di quartiere a servizio delle vostre abitazioni. Verrà così sacrificato un altro bosco che poteva anche svolgere un adeguato filtro, anche acustico, al passaggio dell’autostrada Pedemontana”.

Nel documento è la Provincia stessa a ritenere che “sarebbe opportuno mantenere” questa area a “superficie boscata”, perché “fornirebbe un’area di compensazione ambientale su cui poter prevedere un percorso di mobilità leggera che si potrebbe congiungere con la pisca ciclopedonale della Valle Olona”.

Passando agli insediamenti produttivi, la Provincia rileva un passaggio preoccupante, nel senso che getta delle ombre su quanto – personalmente – avevo capito lunedì. Lunedì avevo capito che le tre aree con “destinazione economica” individate nel PGT (la più estesa in via Combattenti, le altre due in fondo a via Varese, a ridosso del campo da golf) fossero destinate esclusivamente alla delocalizzazione degli impianti produttivi presenti in Valle (leggi: cotonificio) attraverso un meccanismo secondo il quale scegliendo uno di questi tre settori, gli altri due risultano automaticamente “bloccati”. Nel documento della Provincia si legge, invece, che “tre ambiti di trasformazione sono dedicati ad ospitare nuovi insediamenti oltre che a rendere possibile la delocalizzazione di impianti produttivi attualmente collocati nel fondovalle”. Ecco, non vorrei che il meccanismo del “solo il primo dei tre” si applicasse esclusivamente per quanto riguarda la delocalizzazione, destinando comunque all’edificazione di attività economiche le due aree rimanenti. Al riguardo la critica della Provincia è molto severa: “in linea di principio tale politica è coerente con gli indirizzi provinciali, ma non tutte le azioni proposte si traducono in scelte anch’esse coerenti con le politiche provinciali”. Nel caso del terreno di via Combattenti si fa notare che è localizzato “al di fuori del tessuto urbano, in un contesto ancor oggi connotato da elevato valore ambientale e naturale, occupando integralmente un ambito agricolo di PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale), peraltro in rete ecologica regionale. Pur considerando che, salvo errata comprensione delle direttive (Direttiva 20, punto 16; Direttiva 21, punto 16; Direttiva 22, punto 16), l’attuazione di tale ambito è alternativa a quella degli analoghi ambiti di trasformazione AT 4-2 e AT 4-3, non si può in alcun modo condividere la scelta localizzativa”, dato che la zona non può “essere qualificata come ‘area ragionevolmente urbanizzabile’”. Interessante notare che anche la Provincia, introducendo quel “salvo errata comprensione”, sembra essere in difficoltà sull’interpretazione del meccanismo del “solo il primo dei tre”, e la cosa la preoccupa, perché l’area di via Combattenti potrebbe essere comunque sacrificata, senza valide ragioni.

I documenti che abbiamo citato in questi post li trovate cliccando qui e scorrendo la pagina fino in fondo. Sulla destra, cliccate su "Parere ARPA Varese" e "Parere Provincia di Varese" per accedervi.

Non sono un tecnico ma, allo stesso tempo, credo ancora nelle Istituzioni. Per questo motivo ritengo che una discussione pubblica - come pubblico e partecipato avrebbe dovuto essere lo stesso procedimento di stesura del PGT - avrebbe contribuito a sciogliere i dubbi e a motivare delle scelte che ARPA e Provincia di Varese contestano con molta durezza.

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