martedì 6 marzo 2012

Il PGT è già stato bocciato

Il PGT di Solbiate è già stato bocciato. Non una volta: due. Non da quei rompiscatole del PD, ma da enti terzi, autonomi e sicuramente molto più competenti di noi.

Di cosa stiamo parlando? Di due documenti con i quali, questa estate, ARPA e Provincia hanno espresso tutte le loro perplessità riguardo il PGT di Solbiate, nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del PGT stesso. Ovviamente l’amministrazione comunale è a conoscenza di queste osservazioni e siamo sicuri che, attraverso l’intervento di un tecnico incaricato dal Comune, abbia controdedotto queste osservazioni, dato che il PGT mostrato lunedì sembra mantenere inalterate tutte le criticità che queste due osservazioni mettono in evidenza.

Cominciamo con l’osservazione dell’ARPA, resa il 6 giugno 2011. La partenza è col botto: “Si precisa che le osservazioni formulate non sono esaustive di tutte le possibili problematiche che possono essere affrontate nell’ambito del processo di VAS” e, nonostante le relazioni siano apparse “sufficientemente articolate e documentate, […] alcuni aspetti, quali ad esempio il bilancio idrico, il carico dei reflui sulla rete in funzione delle previsioni di piano, la presenza di stazioni radio base, la tematica dell’inquinamento luminoso e da ultimo l’impatto della Pedemontana sul territorio di Solbiate, sono stati solamente accennati nel quadro conoscitivo, mentre ne sarebbe stato opportuno un maggior approfondimento”.

Solo critiche? No, ci sono anche dei complimenti: “Si evidenzia che le politiche alla base del piano sono totalmente condivisibili, e si apprezza particolarmente l’intenzione di contenere il consumo di suolo, la realizzazione di aree di compensazione inedificabili, […] l’intenzione di puntare sul recupero del costruito come risposta alla domanda di residenza”. Ecco, nel campo delle intenzioni i complimenti si sprecano, peccato che nel campo delle azioni tutto ciò sia stato dimenticato e, infatti, l’ARPA mette un “tuttavia”: “Tuttavia, si osserva che, nonostante la buona impostazione del piano dal punto di vista ambientale, di fatto vi sono degli aspetti che non risultano in sintonia con gli obiettivi posti, come ad esempo la capacità insediativa notevole, se rapportata alle previsioni di sostanziale ristagno dell’incremento demografico, come da previsioni riportate dal ‘Sistema Informativo Statistico Enti Locali” della Regione Lombardia. A tale proposito si sottolinea che il DdP (Documento di Piano, un documento fondamentale del PGT, n.d.a.) non riporta nessuna previsione di incremento demografico, che dovrebbe essere alla base delle politiche di governo del territorio, limitandosi a dichiarare che ‘il target di sviluppo della popolazione atteso nel prossimo decennio è stato fissato in circa 430 unità in sede di enunciazione delle politiche di settore’, senza precisare su quale base oggettiva sia stato fissato tale parametro”. Quindi, ricapitoliamo: l’ARPA scrive che gli indirizzi strategici del PGT sono apprezzabili ma che, al momento dei fatti, non si è stati per nulla conseguenti e si è proceduto in una direzione diversa rispetto a quella indicata. I dubbi sulla “troppa capacità insediativa” prevista dal piano sono corroborati dall’assenza di riferimenti al Piano Integrato di Intervento (PII) dell’area ex Rovelli: “si segnala che sarebbe stato corretto evidenziare che il PII approvato, non ancora realizzato, possiede da solo una capacità insediativa di 300 abitanti. Pertanto, considerate le previsioni di piano, aumentate di circa il 20% per effetto degli ampliamenti e dei completamenti di lieve entità e il PII di prossima attuazione, la potenzialità insediativa attesa è di circa 800/850 abitanti, a fronte di una crescita attesa prossima allo zero, se non addirittura in decremento”. E volete sapere qual è la parte divertente? Che nel Documento di Piano dell’ottobre 2009 si legge che il 21 luglio 2009 i membri della giunta comunale facevano osservazioni preliminari di questo tono: “A Fagnano Olona ci sono molti appartamenti recenti inutilizzati. Il non utilizzo è un rischio anche per nuovi interventi in Solbiate Olona. Il mercato di Solbiate Olona è saturo: non c’è domanda”. Queste “libere conversazioni” (si chiamano così) sono conversazioni di buon senso, alle quali, non a caso, seguono gli indirizzi strategici giusti, peccato che ci siano un salto logico macroscopico nell’attuazione del piano. Infatti, in questo ambito, le conclusioni dell’ARPA sono: “A tale proposito, nell’evidenziare che tale potenzialità insediativa risulta non commisurata alle aspettative di sviluppo demografico del comune, si suggerisce di considerare l’opportunità di ridimensionare il target di espansione abitativa, in considerazione del fatto che la sottrazione di suolo non commisurata alle effettive esigenze è intrinsecamente negativa, in quanto comsumo ingiustificato di una risorsa non riproducibile”. Inoltre l’ARPA ci ricorda che il Documento di Piano ha validità di 5 anni e “pertanto al fine di limitare l’espansione delle aree edificabili ai reali fabbisogni, si reputa fondamentale che siano individuati solamente quegli ambiti che dovranno essere prioritariamente realizzati nel prossimo quinquennio per soddisfare il fabbisogno insediativo atteso”. Il tutto è di una linearità e di una semplicità disarmante.

L’ARPA non si limita a considerazioni di tipo generale, ma entra in profondità, contestando alcune scelte specifiche, ad esempio quelle riguardanti due delle tre aree di trasformazione residenziale (via Varese e via Combattenti), osservando che esse “ricadono all’interno di ambiti agricoli fertili individuati dal PTCP (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, n.d.a.). A tale proposito, pur non entrando nel merito delle singole scelte, su cui si esprimerà la Provincia di Varese per dovuta competenza, si osserva come sia in generale poco sostenibile la scelta di non salvaguardare la vocazione agricola dei terrei con caratteristiche idonee all’agricoltura. Si sottolinea infatti come la sottrazione di ambiti agricoli abbia un impatto negativo che si ritiene debba essere compensato, prevedendo la trasformazione in agricole di aree che attualmente hanno altra destinazione d’uso, possibilmente con lo stesso valore di fertilità […] Infine si ricorda che i suoli agricoli risultano indispensabili per la gestione e la conservazione del patrimonio naturale, per la loro funzione di riserva d’acqua, per la loro azione di biofiltro nella fissazione di gas serra, per la loro attitudine, insieme alle superfici boscate, a conservare la biodiversità”.

Alcune criticità sono rilevate anche nell’ambito dell’analisi di coerenza esterna e di coerenza interna. La prima consiste nella verifica di compatibilità tra il PGT e la pianificazione sovraordinata e l’ARPA osserva che “si sono presi in considerazione solamente gli aspetti coerenti con tali indirizzi, tralasciando completamente eventuali aspetti critici o meno sostenibili, quali ad esempio il consumo di suolo agricolo e boscato. Pertanto si ritiene che l’analisi di coerenza esterna avrebbe dovuto essere maggiormente approfondita e completa, inserendo anche gli aspetti critici e motivandone le scelte”. L’analisi di coerenza interna, invece, verifica la congruenza tra le strategie, le proposte di intervento del Piano e le caratteristiche del sistema ambientale-territoriale e socioeconomico derivante dall’analisi del contesto. Anche in questo caso “si osserva che qualche effetto negativo è stato evidenziato, anche se molte azioni sono state considerate neutre (la trasformazione dell’ambito boscato AT3 in ambito residenziale è stata considerata neutra per la componente acqua, naturalità e aria, ecc…) nonostante l’evidente impatto negativo. Pertanto, anche in questo caso si ritiene che l’analisi di coerenza interna non abbia esaurito l’approfondimento degli effetti negativi o potenzialmente negativi che discendono dalle azioni proposte”.

Queste sono le osservazioni che l’ARPA ha portato al PGT a giugno, puntuali e molto negative. Partendo dalla constatazione che gli obiettivi del piano – su tutti: il consumo di suolo – sono apprezzabili, l’ARPA mette in evidenza come i risultati del PGT siano in totale disaccordo con gli obiettivi che ci si pone – una potenzialità insediativa pari a 800/850 persone, a fronte di una crescita demografica pari a zero. Non sarebbe stato meglio argomentare pubblicamente i motivi - sicuramente validi - per i quali queste osservazioni non sembrano essere state accolte? La medicina migliore, in casi come questi, è la luce del sole.

La prossima puntata, con l’osservazione della Provincia, che riprende diversi punti già trattati, seguirà a breve.

Nessun commento: