martedì 29 novembre 2011

Non ne possiamo più del consumo di territorio

di Stefano Catone

Rimango sempre strabiliato quando l’argomento principale che viene portato per la costruzione di una nuova strada è la costruzione di una strada. Mi spiego meglio: l’amministrazione di Solbiate ha deciso che per alleggerire la quantità di traffico in uscita dallo svincolo di Pedemontana di Solbiate verrà costruita una nuova strada, che, costeggiando il campo da golf, metterà in collegamento la provinciale tra Solbiate e Olgiate (SP 22) e la strada che costeggia l’Iper (SP 2). Da sempre andiamo dicendo che lo svincolo di Solbiate non sarà un bene per Solbiate, perché oltre a radere al suolo un bosco intero – le cui piante non avranno un particolare valore ambientale e naturalistico, ma sempre bosco è – porterà molto traffico in uscita.

Ecco, finalmente abbiamo la soluzione: costruire una nuova strada. Questo tipo di cure omeopatiche al territorio non fanno bene. Dando uno sguardo alla foto qui sotto mi sono detto che siamo arrivati al punto di contatto, o di rottura:


In alto a sinistra potete "apprezzare" il nuovo svincolo, che si chiamerà “svincolo di Solbiate” e la cosa ci rende orgogliosissimi… La linea rossa è la zona in cui verrà costruita la nuova strada, proprio a metà tra Solbiate e Olgiate. Una sorta di linea di confine, di limite ultimo, o peggio, di linea di contatto. Abbiamo stabilito, nella sostanza, che si potrà consumare territorio fino a lì. Si potrà consumare tutto. Già, perché quando si costruiscono strade, calvalcavia, svincoli, rotonde, queste portano con loro edificazione e urbanizzazione del territorio. “Infrastrutture” non è un nome scelto a caso, ma è curioso che vengano costruite prima le infrastrutture delle strutture. La nuova strada sarà finanziata da dei privati, ai quali – se ne è parlato apertamente ieri – verrà concessa la possibilità di realizzare un’area commerciale. “Una tangenzialina”, è stata definita, ma avremmo potutto usare il vezzeggiativo, per lasciare sottinteso che l’impatto ambientale sarà minimo e che, tutto sommato, che sarà mai una tangenzialina, se ci permette di portare fuori il traffico e i mezzi pesanti? Ne sono state fatte tante, di tangenzialine. Ad esempio, la via per Busto, non sarà stata per caso pensata anch’essa, ai tempi, come una tangenzialina? O la via IV Novembre, non avrà svolto anch’essa il compito di “portare fuori il traffico”? Con il risultato di portare il cemento fin lì, e di trovarsi il traffico sotto casa. E se ai tempi una gestione del territorio di questo tipo poteva avere un senso, data l’esplosione demografica ed economica, ha ancora un senso adesso, nelle condizioni in cui ci troviamo? Questa volta arriveremo a cementificare tutto, e quando ci chiederemo dove deviare il traffico sarà troppo tardi, perché i prati saranno finiti.

Ma siccome discorsi di questo tipo difficilmente trovano ascolto, cerco di portare la riflessione sul piano economico. L’incessante urbanizzazione e il modello di sviluppo “per rimediare alla costruzione di una strada costruisco un’altra strada”, di cui abbiamo descritto un esempio perfetto, fanno sì che in Lombardia vengano consumati 12 ettari di territorio al giorno. Un ettaro corrisponde a un quadrato di lato 100 metri: 2 campi da calcio. 24 campi da calcio al giorno, e noi contribuiamo a questo disastro. Il fatto economico sta nelle risorse che la terra è in grado di offrire (ci sarebbero anche le capacità ambientali, legate, ad esempio, alla qualit dell’aria, ma questo è discorso da ambientalisti…), e cioè le risorse agricole. Grano, granturco, soia, riso e molte altre, con le quali sfamiamo noi stessi e sfamiamo gli animali di cui poi ci cibiamo. Ecco, a fronte del consumo di 24 campi da calcio al giorno, esistono Paesi che stanno acquistando porzioni di territorio delle dimensioni della Lombardia, in giro per il mondo. Si tratta di Paesi come Cina, Corea del Sud, Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti. Per capire la portata di questi movimenti economici basta leggere certi numeri. Secondo Oxfam, nell’ultimo decennio una superficie di 227 milioni di ettari, pari a sette volte l’Italia, ha cambiato proprietario. L’ong inglese ha analizzato circa 1.100 accordi relativi all’acquisizione di 67 milioni di ettari: il 50 per cento delle compravendite ha riguardato l’Africa, per un’area pari quasi alla superficie dell’intera Germania.

L’obiettivo è, ovviamente, quello di assicurarsi risorse, o di assicurarsele a dei prezzi ragionevoli, nei prossimi anni. Perché? Perché i prezzi sono destinati ad aumentare. Perché la popolazione mondiale è in aumento, perché la classe media di questi Paesi si sta ampliando – e la classe media vuole mangiare di più e meglio, non si accontenta di una ciotola di riso -, perché dal mais si può ricavare l’etanolo (al momento con forti dubbi sull’economicità dell’impresa, ma con la ricerca chi può dire che il mais non diventi un concorrente del petrolio), perché i prezzi delle materie prime, in alcuni momenti storici, sono fortemente correlati, e se sale il prezzo del petrolio, o dell’oro, o del rame, o dello zucchero, sale quello del grano. E se sale quello del grano potrebbe salire quello del cacao, o del caffè. E se ci si mette di mezzo la speculazione sono guai.

Il grano noi ce lo mangiamo, tutti i giorni, in quantità industriali. Però preferiamo il cemento.

Se siete interessati all’argomento, qui e qui trovate due contributi.

Tutto questo per dire che non condivido e non condividerò mai il consumo di un solo metro quadrato aggiuntivo di territorio. Che dobbiamo partire da qui, dallo stop al consumo di territorio, per pianificare e attuare politiche di lungo periodo.

Per concludere mi chiedo a che punto siamo con il Piano di Governo del Territorio e a cosa stia lavorando la commissione urbanistica, mentre vengono annunciate opere di tale impatto. (E non ditemi che la strada sarà interamente sul territorio di Olgiate, perché è peggio dell’argomento dal quale siamo partiti).

Consiglio comunale del 28 novembre, Live report

Sono state apportate alcune variazioni al bilancio di previsione, dovute a dei cambiamenti nel personale (assisente sociale e Solbiate Olona Servizi) che hanno reso alcuni fondi disponibili, da spendere necessariamente al capitolo stipendi dei dipendenti comunali, già di ruolo. Non essendovi possibilità di utilizzo a causa dei limiti espressi dalla legge, tale cifra è stata destinata alla convenzione con i vigili di Olgiate Olona che svolgeranno un servizio maggiore.

Nel bilancio previsionale, inoltre, erano già state assegnate tutte le risorse per ciascun assessorato. Con la modifica apportatata al Bilancio pluriennale si cerca di correggere il tiro su alcune spese. La variazione più consistente (oltre 200mila euro) è una voce di giro, e cioè la compartecipazione di IVA, contabilizzata come indicato dall’ultima normativa. Il Comune è stato compensato a causa degli ammanchi dell’assitente sociale con 18mila euro. Dal lato delle uscite, 11mila euro sono stati assegnati a un ente che si occupa delle verifiche sull’ICI e ha un costo proporzionato ai maggiori introiti che risultano per il Comune. Sono stati accantonati 20mila euro per la pubblica illuminazione, in caso di aumento delle tarrife. Non è stato accantonato nulla per la neve ma è stato rimpinguato il fondo di riserva, che al momento, con la variazione apportata, ammonta a quasi 60mila euro.

Se non succedono cose straordinarie, quest’anno verrà rispettato il patto di stabilità.

Nel capitolo degli investimenti l’avanzo di 120mila euro è determinato dalla non realizzazione, per quest’anno, del parcheggio del Circolo e da alcune spese non effettuate alla piazzola rifiuti.

La nomina del revisore dei conti è avvenuta con voto segreto, tra i seguenti nominativi: Spagarino Patrizia (2), Rampinini Carlo (0) e Martino Maria Luisa (11), (2 schede bianche e 1 astenuto). Viene quindi nominata Martino Maria Luisa.

Con l’istituzione del Consiglio tributario si apre alla partecipazione dei comuni all’accertamento dei tributi. Si tratta di una normativa esistente dal 1945 ma reinserita con delle modifiche. Ora la normativa offre la possibilità ai Comuni, dal 2012 al 2014, di partecipare ottenendo il 100% dei ricavi. Unico vincolo è che il Consiglio venga nominato entro il 31 dicembre 2011. L’organo è a costo zero e può essere composto sia da dipendenti del Comune che da esterni, purché competenti in materia. Le materie di indagine sono commercio, edilizia, territorio, beni all’estero eccetera. “Dovremo fare gli spioni”, ha sintetizzato, ironicamente, il sindaco Melis.

Il gruppo consigliare Per Solbiate si dichiara contrario perché ritiene che non sia compito degli enti locali, ma degli organi preposti dallo Stato, svolgere tale ruolo. Inoltre si tratta di un compito complesso e che, soprattutto, richiede molto tempo; vengono quindi espresse delle perplessità sulle possibilità, in termini di orario, del personale del Comune di Solbiate di svolgere tali funzioni.

Progetto Solbiate sottolinea come lo Stato centrale continui a caricare i Comuni di responsabilità, sottraendo risorse allo stesso tempo. Soprattutto nel caso dei piccoli Comuni, le possibilità di ottenere un guadagno sono molto risicate.

A seguito degli annunci pubblici fatti dal Sindaco riguardo la realizzazione della strada di collegamento tra SP2 e SP22 (per intenderci, la strada che costeggia l’Iper e la provinciale tra Solbiate e Olgiate), Progetto Solbiate chiede di relazionare nel merito, anche per comprendere come verrà finanziata e l’impatto che questa produrrebbe sul territorio.

Il sindaco Melis risponde che questo intervento alleggerirebbe il traffico su via IV Novembre: con lo svincolo di Pedemontana ci sarà un afflusso notevole di auto nella viabilità ordinaria di Solbiate. Sono già stati fatti incontri preliminari con Olgiate, Provincia e Regione, e il progetto è risultato realizzabile. Esistono anche problematiche legate alle esigenze della Caserma, che si possono soddisfare congiuntamente alle esigenze del Comune di Solbiate. “Il nuovo tratto di strada sarà di competenza provinciale, quindi non ci saranno costi per Solbiate, a fronte di un vantaggio ottenuto dirottando il traffico” – ha proseguito Melis. “Sarà una piccola tangenziale, lunga circa 3 Km, che costeggerà il campo da golf”. Verrà realizzata una rotonda rialzata all’altezza del cavalcavia dell’Iper, il quale diventerà a doppio senso di marcia, lasciando alla Caserma l’utilizzo del tratto di strada attuale. La strada sarà finanziata dai privati che realizzeranno una nuova area commerciale.

Antonello Colombo si dice perplesso sulle esigenze della Caserma, che causerebbero il doppio senso di marcia sul cavalcavia e quindi del sistema viabilistico attuale, voluto e pagato da Solbiate. La Caserma, come la polizia stradale, potrebbe ritagliarsi un suo accesso diretto all’autostrada senza toccare la situazione attuale.


Infine, su interrogazione di Progetto Solbiate, è stato chiarito l’intervento della società Holcim, che possiede delle cave; avendone ampliata una e a ciò è dovuta la loro attività di compensazione ambientale. Solbiate ha dato la disponibilità per la piantumazione della scarpata di via Calvi con alberi autoctoni, per 19mila metri quadrati, con un costo di quasi 70mila euro, completamente a carico della Holcim.

domenica 13 novembre 2011

Sventurata la terra che ha bisogno di eroi (Brecht)

di Ivan Vaghi

La citazione è fin troppo facile. Chi pensa che la fine di Berlusconi sia la soluzione di tutti i problemi e che basti l’arrivo dell’eroe Mario Monti per guidarci verso lidi più sicuri non ha capito che cosa sta succedendo.

Il governo Monti, se tutto va bene allestito in 48 ore (record del mondo), è stato voluto dalla finanza internazionale e dai governi dei paesi che si sentivano minacciati dalla deriva economica del nostro paese (ah, la globalizzazione..), non è stata la scelta democratica di un paese sovrano. Le armi sono diverse ma gli scopi sono gli stessi: Mubarak, Gheddafi, ora Berlusconi, bisogna fare qualcosa per togliere di mezzo i personaggi ingombranti nell’area del Mediterraneo. Siamo considerati una colonia della grande economia mondiale e come tali veniamo trattati, per cui è stata forzata la mano al nostro governo e al nostro presidente allestendo il trappolone dei giorni scorsi, con lo spread che schizza oltre la soglia del logico e senza una reale motivazione economica e finanziaria. Insomma, ci hanno fatto capire che non era più il tempo del cazzeggio ma che dovevamo immediatamente sbarazzarci di Berlusconi, in un modo o nell’altro.

Intendiamoci, è solo colpa nostra, questa sciagurata seconda Repubblica è stata allestita con il consenso dei cittadini, che hanno reiteratamente votato senza sapere cosa stessero facendo. Ora la giusta punizione, un governo funzione del commissariamento straniero, che nessun italiano ha mai votato e che tutti avremmo voluto evitare. Non siamo stati finora in grado di autogovernarci, questa è la verità, però sembra abbastanza chiaro che questa sia l’unica soluzione oggi possibile.

Non cantiamo vittoria per carità, teniamo lo spumante in frigorifero e prepariamoci a fior di delusioni, perché lo scopo di questo governo sarà quello di rimettere a posto i conti, non di risolvere i problemi, e lo farà seguendo criteri che a molti di noi faranno inorridire. Traducendo, sarà molto più facile l’abolizione dell’articolo 18 che non la patrimoniale, e anche sulla nuova legge elettorale comincio ad avere molti dubbi. Insomma, sempre meglio l’eroe Monti che l’eroe Mangano, ma la sventura di questa terra è ben al di là da finire.

mercoledì 9 novembre 2011

La cura

di Ivan Vaghi

Sembra che siamo all’epilogo. Berlusconi ha promesso di dimettersi una volta sbrigate le ultime formalità, che in realtà sembrano l’estremo tentativo di ritardare l’uscita di scena. Vista la situazione è fuori luogo lanciarsi in proclami o scene di giubilo, vale la pena piuttosto riflettere sulla fine di un’epoca, sempre che Berlusconi mantenga la promessa di non ricandidarsi.

Uno dei significati di “cura” è infatti “guarigione”, vuol dire che, forse, stiamo per guarire da una visione distorta della vita e della politica. Stiamo per guarire dall’apparire invece che dall’essere, dal mito delle scorciatoie, dalle risposte semplicistiche a problemi complessi, dai vaneggiamenti del “ghe pensi mi”, dagli ottimismi fuori luogo che non fanno capire i problemi, dalla vanagloria delle corti di servi invece che del nucleo di consiglieri, dalle ostentate feste con le ragazzine. Stiamo insomma per guarire dalla politica vista come luogo al di sopra e al di là dei cittadini, che vive di vita propria con proprie leggi e propri privilegi e che non poteva perciò “curare” una situazione così grave e complessa come quella che stiamo vivendo, proprio perché non ne era per nulla consapevole. Ma la cosa più importante da cui speriamo di guarire è il mito dell’uomo forte, una guarigione che finora abbiamo sempre fallito, vittime di ricorrenti ricadute dovute alle fascinazioni di chi promette di risolvere i problemi con i sorrisi e gli slogan.

Sono consapevole che ho delineato la situazione migliore possibile, date le circostanze, e non sono proprio sicuro che ci sarà una completa discontinuità con quanto abbiamo vissuto finora. Il “berlusconismo” è ancora di là da morire e venderà cara la pelle, ma che si stia aprendo una fase nuova sembra inevitabile.

Ma adesso, nell’immediato, che si fa? Elezioni o governo tecnico? Meglio un governo tecnico, da nominare il prima possibile e con la più ampia partecipazione, per non perdere altro tempo e per sfruttare un minimo di fattore psicologico favorevole, insomma per dare più fiducia ai mercati. Poi saranno forse lacrime e sangue ed è meglio che tutte le forze politiche si prendano questa responsabilità perché, se qualcuno ancora non lo ha capito, siamo sulla stessa barca. Subito dopo bisognerà cambiare la legge elettorale e con quella andare alle urne il prima possibile, perché è necessario tornare alla normalità anche se in una situazione che continuerà a essere difficoltosa ancora a lungo. Rimane il rammarico che in troppi si siano dimenticati del vecchio adagio delle nonne: prevenire è meglio che curare.

domenica 6 novembre 2011

Roma, 5 novembre, inizia la ricostruzione dell'Italia

di Roberto Colombo

Ieri, con due compagni del nostro circolo, ho partecipato a Roma alla manifestazione nazionale del PD. Prima di raggiungere Piazza San Giovanni abbiamo visitato la Capitale toccando alcuni siti istituzionali, iniziando dal Quirinale, con un pensiero riconoscente al nostro grande Presidente Napolitano. Per raggiungere il Vittoriano abbiamo involontariamente percorso Via del Plebiscito dove, davanti ad un edificio senza insegne ne bandiere, stazionavano numerosi carabinieri in assetto di ordine pubblico e una decina di curiosi dietro una transenna. Involontariamente eravamo capitati davanti a Palazzo Grazioli, dove Berlusconi era riunito con il suo entourage, con cui stava concordando le ultime (speriamo) disperate mosse per restare al governo del nostro martoriato Paese. Ripreso il cammino verso il luogo del raduno, ci siamo trovati in un lungo corteo spontaneo, nonostante il divieto imposto da Alemanno, talmente era elevato il numero dei manifestanti. Quale differenza tra il clima sereno e fiducioso della nostra sfilata e la tristezza che emanava quel palazzo blindato! Il destino aveva voluto che contemporaneamente, a distanza di qualche centinaio di metri, si consumava la fine (speriamo!!) del peggior governo della Repubblica e sorgeva l’alba di un nuovo giorno che porterà alla rinascita del Paese. Più che mai indovinata la parola d’ordine della manifestazione: “Ricostruzione”, che è poi stato il leit-motiv dell’intervento di Bersani. Lo spirito della manifestazione è infatti stato quello della proposta, più che della protesta, che comporta l’assunzione di grandi responsabilità per governare il Paese nello stato in cui siamo ridotti. Il nostro segretario ha ribadito che il PD si propone come cardine di un governo di salvezza nazionale, chiamando a collaborare le forze moderate e progressiste, con una chiara apertura nei confronti dell’ l’UDC, ma senza escludere la partecipazione di altre forze di opposizione, quali SEL e IDV.

Considerata la grave crisi economica che coinvolge l’intera Europa, al pari di Bersani, gli interventi di Gabriel (Presidente SPD tedesca) e di Hollande (candidato PSF alle presidenziali francesi) sono stati un invito alla collaborazione e all’azione comune tra i partiti europei di area progressista ed hanno assunto un valore simbolico particolare, se consideriamo che Germania e Francia hanno ispirato gli interventi della UE, che di fatto hanno commissariato l’Italia.

Non è mancato da parte di Bersani, all’inizio del suo intervento, un messaggio di calorosa solidarietà agli alluvionati ella Liguria e della Toscana; con l’impegno del PD a contribuire tangibilmente agli interventi di emergenza, tramite anche una raccolta di fondi già avviata nell’ambito della manifestazione.

Vogliamo sperare che i nostri dirigenti nazionali, davanti all’arduo compito di guida (questo è più di un auspicio) del Paese, che ci attende, mettano da parte i personalismi e siano compatti, come lo sono stati i 100.000 democratici che gremivano ieri Piazza san Giovanni.

mercoledì 2 novembre 2011

Pacatamente e serenamente

Ci sentiamo tirati in causa, eggià. L’ultimo numero di «Echi della Valle Olona» offre “spunti di meditazione ad un noto, conclamato imbecille il quale continua nel tentativo di volermi per forza coinvolgere nel dibattito politico in atto a Solbiate Olona, dibattito che non mi appassiona per niente essendo io allergico alle ideologie politiche”. Il Direttore riprende una critica che abbiamo fatto in questo post: “Tra le tante accuse che, più o meno direttamente, costui mi ha mosso v’è quella di fare un periodico molto scritto e di aver simpatia per la Giunta del sindaco Melis, Giunta della quale sarei addirittura il suggeritore occulto: castronerie da frustrato in cerca di ‘visibilità’! Vale la pena di precisare che […] la simpatia che questo periodico nutrirebbe per la Giunta Melis è la stessa che proviamo per tutti quei gruppi politici (qualche che sia il loro colore) che si danno veramente da fare per la comunità”. L’argomento che viene portato a sostegno di questa tesi è che se chi critica «Echi della Valle Olona» “non avesse delle rancide fette di prosciutto sugli occhi […] si sarebbe accorto che nello scorso numero abbiamo scritto mirabilie su di una bella iniziativa ferragostana del sindaco leghista di Cairate, cosa che avremmo fatto anche se quel sindaco fosse stato del PD, del Pdl, dell’UDC o dell’Italia dei Valori”.

Allora. Siamo chiaramente di fronte a uno straw-man argument: su queste pagine non si è mai scritto che «Echi della Valle Olona» parteggia per uno o più partiti politici, su queste pagine si è scritto che «Echi della Valle Olona» parteggia per La Voce Solbiatese. I riferimenti alle ideologie politiche e ai partiti politici nazionali sono del tutto fuori luogo. Sappiamo benissimo che il giornale in questione dice peste e corna di qualsiasi partito, e sappiamo benissimo che si tratta di una strategia per potersi dire neutrale (alimentando, tra l’altro, il sentimento antipolitico più populista che ci sia, ma questo è un altro discorso) e quindi ribattere con questo – falso – argomento a chi lo accusa di essere di parte. Lo straw-man argument consiste nel distorcere gli argomenti e le tesi avversarie per poterle maneggiare facilmente. Questo ne è proprio un esempio perfetto, perché noi parliamo di politica e gruppi politici locali, mentre per rispondere si passa al livello nazionale. A supporto della propria tesi sarebbe stato molto più convincente un articolo fortemente critico dell’operato della Giunta Melis, che a me non sembra di aver mai visto.

Siccome una disamina di come si è evoluta la linea editoriale nel passaggio da «La Voce Solbiatese» a «Echi della Valle Olona» è operazione piuttosto complessa – che però si può riassumere in: da “critica della vita amministrativa solbiatese” a “a Solbiate succedono solo robe fighissime e raccontiamo cose bella che succedono in Valle, oltre a pubblicare barzellette sconce” – vorrei porre un problema professionale, diciamo così. Nella pagina a fianco a quella che ospita l’editoriale sopra citato campeggia la pubblicità “Luigi Melis Assicurazioni”, occupando circa un sesto della pagina. Nella stessa pagina – ma anche in altre, successive – è ospitato un articolo di Loredana Merlo, moglie del sindaco Melis, collaboratrice e titolare della “casa editrice di Merlo Loredana & C.”, che pubblica «Echi della Valle Olona». L’autorizzazione del Tribunale di Busto Arsizio per dare alla stampe il periodico è sempre la n° 1/05 del 18/01/2005 (la stessa de La Voce Solbiatese), il che fa pensare che la vecchia Voce Solbiatese non abbia propriamente cessato l’attività, ma solamente cambiato nome e Direttore responsabile. Quest’ultima è una finezza, sia chiaro, ma tornando alle prime due osservazioni: è possibile sostenere che non vi sia un minimo, involontario, impercettibile conflitto di interessi?

Faccio un appello, molto simile a quello che fece Ivan: La Voce Solbiatese, o Echi della Valle Olona, torni a essere quello che era, un giornale critico e pungente, che racconta le cose belle e soprattutto quelle brutte di Solbiate, perché è questo il compito dei giornali, è questo che chiedono i solbiatesi: informazione. Tornate a fare le pulci a chi ci amministra. E abbandonate le barzellette sconce, per carità. Sarebbe un'operazione veramente lodevole. Lo dico - anche - da giovane che spera nel cambiamento di questo Paese, un Paese cha ha un disperato bisogno di normalità, in cui i giornalisti facciano i giornalisti, i politici facciano i politici, e le cose vengano raccontate così come stanno.

Lo scrivo pacatamente e serenamente, come ho scritto nel titolo, perché vorrei evitare di esasperare ulteriormente il dibattito.

S.C.

Gran cosa la camomilla

di Ivan Vaghi

Dall'ultimo numero di "Echi della Valle Olona": "resto sempre un po' perplessa quando si usa il corpo delle donne per veicolare messaggi politici, com'è avvenuto durante la festa dell'Unità organizzata dal PD a Roma..". Dal penultimo numero di "Echi della Valle Olona": "la fiera di Cairate ha avuto molto successo tra la popolazione femminile perché era la fiera degli uccelli". Ohibò, sbaglio o qui abbiamo un problema di coerenza? Sempre dall'ultimo numero: "..per offrire spunti di riflessione ad un noto, conclamato imbecille il quale continua nel tentativo di volermi per forza coinvolgere nel dibattito politico..". Siamo un po' nervosetti. Consiglio la camomilla, è una mano santa, soprattutto a una certa età.