martedì 29 dicembre 2009

Opposizione extraconsigliare

Oggi La Prealpina cita Ivan Vaghi e il PD di Solbiate, in un articolo che racconta l’ultimo Consiglio comunale (del 10 dicembre!). Credo abbia preso spunto dal nostro report.

In via Isonzo sorgeranno ben sei palazzine, in tutto settanta appartamenti. E su questa decisione è arrivata, forse, la prima crepa nella maggioranza di Luigi Melis. Il consigliere Marco Bazzani si è infatti astenuto dal voto in consiglio comunale proprio in merito al piano di lottizzazione di via Isonzo. La bomba è scoppiata non tanto durante l’accesa discussione fra il Sindaco Melis e Antonello Colombo (ex primo cittadino per due mandati dal 1994 al 2004 ora all’opposizione nella lista Progetto Solbiate) ma quando il sindaco uscente Giuseppe Bianchi ha chiesto cosa ne pensassero i consiglieri di maggioranza in merito al progetto che fra l’altro non era passato in nessuna commissione. L’intervento di lottizzazione vede anche il capogruppo di maggioranza Luigi Colombo come direttore dei lavori (e infatti proprio l’architetto Colombo al momento della discussione è uscito dall’aula consiliare). Il progetto comunque porterà al paese 87mila euro e 38 posti auto. Questa approvazione non è piaciuta ad Antonello Colombo, Ivan Vaghi del PD e Simona Cassarà della Lega Nord. “Vorremmo capire per quale motivo un intervento del valore di 14 milioni di euro non sia passato quanto meno da una commissione edilizia – ha sottolineato Antonello Colombo – la mia colpa è quella di aver trasformato la zona da agricola a residenziale. Inoltre mi spiace constatare che si era abolita proprio lo commissione edilizia e poi si è andati alla votazione di questo piano di lottizzazione”. Il Sindaco Melis ha sottolineato che questi progetti erano nati in seno alle vecchie amministrazioni, proprio fra Antonello Colombo e Giuseppe Bianchi.

Credo che la vicenda sia sufficientemente chiara.

Cosa ne penso io, lo trovate qui.

p.s. la cosa divertente sono i 38 posti auto, a fronte di 70 appartamenti.

S.C.

mercoledì 23 dicembre 2009

Non crocifiggetemi

Leggendo il “proclama” del gruppo amministrativo della Voce Solbiatese, che ringrazia il governo per la protesta alla decisione della Corte Europea sull’affissione dei crocifissi, mi sono venute in mente molte cose, la prima delle quali riguarda l’opportunità “politica” di esprimere un’opinione qualsiasi sull’argomento. Lo sappiamo tutti, la questione religiosa in Italia è intoccabile a meno che non si esprima una posizione sovrapponibile a quella ufficiale della Chiesa, altrimenti si perdono voti, è matematico. Figuriamoci a Solbiate Olona. Sotto Natale poi, un suicidio.
Allora in teoria dovrei stare zitto, e invece no, perché se il Vaticano mi ha fatto subire la beatificazione di Pio IX e prossimamente anche quella di Pio XII allora vale tutto, anche che un credente come me si esprima a favore della sentenza della Corte Europea, perché se non altro ha il merito di mettere fine ad una vera ipocrisia. Io sto perdendo degli amici perché ho provato a costringerli a riflettere su quello che dicono e quello che fanno, perché si nascondono dietro il crocifisso per avere l’alibi di esternare il loro odio, perché vanno in chiesa la domenica e fanno finta di dimenticarsi che la prima cosa che ti insegnano a catechismo è che Dio è amore. Come si fa a professarsi cristiani ed esultare se decine di poveri cristi (e non uso questo termine a caso) vengono respinti e costretti a morire in mezzo al mare? Come si fa ad essere cristiani e non accorgersi che qualcuno sta usando i simboli della nostra religione per fare carriera politica? Come si fa ad esaltare il crocifisso e dimenticare che rappresenta un uomo che è morto per tutti ma soprattutto per gli ultimi, quando invece noi gli ultimi non li vogliamo vedere nemmeno in fotografia? Come si fa a non capire che stiamo confondendo il Vangelo con un’esasperante e irreversibile professione di egoismo? Come si fa a dimenticarsi che non basta dire “Signore, Signore”?
Paolo VI (che non sarà mai proclamato beato anche se è quello che lo merita più di tutti) diceva che il primo vicario di Cristo in terra è la nostra coscienza. Non posso che essere d’accordo, il problema è che la nostra coscienza l’abbiamo imbavagliata ed è una cosa che non ci riguarda più. La gente oggi ha paura dei minareti perché sa che la sua fede è debole e che non avrà le armi per contrastare chi ce l’ha più forte, e la sua rivolta è una rivolta egoistica e conservatrice, perché ha paura di perdere insieme alla fede, di cui gli interessa poco, soprattutto il suo consolante e qualunquistico modo di vivere, i suoi privilegi e il suo benessere, di cui invece gli interessa enormemente. Quando sono a messa mi guardo intorno e vedo un nugolo di bambini di età compresa tra prima elementare e cresima, poi un buco terrificante fino ai cinquantenni (più o meno), i seminari sono vuoti, l’età media dei fedeli aumenta sempre più. E’ con queste armi che vogliamo contrastare l’arrivo delle altre religioni? Vedo intorno a me tanti crociati da quattro soldi che si credono i paladini della cristianità quando invece sono solo le patetiche retroguardie di un mondo che si sta consumando, e che pensa che basti appendere al muro un’immagine per guadagnarsi il Paradiso.
Non voglio nemmeno pensare a quanta gente non mi rivolgerà più la parola dopo questo intervento, anche se il crocifisso in casa ce l’ho e ce l’ho pure al collo, e non mi disturba certo vederlo in giro negli spazi pubblici o privati. Non mi disturba vedere nemmeno la mezzaluna o la croce di David o niente di religioso, perché la Religione, che è espressione della fede, riguarda la dimensione privata della nostra esistenza, e come tale va rispettata a prescindere, ma non bisogna essere obbligati ad esibirla. Se la dimensione diventa forzatamente pubblica c’è qualcosa che non va, c’è la volontà di usarla la Religione, non di viverla, e questo vale per tutte le religioni di tutti i paesi del mondo. Dicono che il Cattolicesimo fa parte della nostra cultura e della nostra civiltà, e che lo abbiamo scritto anche nella Costituzione. A parte il fatto che si devono decidere, o la Costituzione è da rifare o va bene così, perché io non l’ho capito, e poi ricordo che l’inclusione dei Patti Lateranensi nella Costituzione, unico caso al mondo di un accordo internazionale inserito nella Costituzione di uno stato sovrano, non è stata altro che “merce” di scambio: i cattolici la volevano altrimenti non si andava avanti, e comunisti e socialisti hanno accettato altrimenti c’era il rischio di un ritardo forse fondamentale nell’avvio di un paese democratico e pacificato, cosa impossibile senza la legge fondamentale e fondante della Carta costituzionale, perché tra l’altro c’era la necessità di superare le tensioni sociali e politiche dell’immediato dopoguerra. Per quanto riguarda la cultura e la civiltà cito semplicemente la frase di Josè Dolores, il protagonista del film Queimada, che mentre sta per essere portato al patibolo, lui schiavo che si è ribellato ai cattolicissimi colonialisti, dice: “Sarebbe questa la vostra civiltà?”
E comunque, lo Stato che impone una religione e i suoi simboli è uno stato teocratico (quello che applica le leggi divine alla vita civile) e non democratico, né tantomeno laico. Che l’Italia sia uno stato teocratico (nel senso che è la Chiesa che decide le leggi) è cosa nota, ma non è detto che sia giusto, e che non si debba nemmeno provare a farlo diventare un paese laico è sicuramente inaccettabile. Se qualcuno è disposto a riflettere senza considerarmi un eretico anti cristiano da mettere al rogo solo perché credo fermamente nella distinzione tra Stato e Chiesa, direi che il Natale è il momento giusto per farlo. Non confondiamo il senso di appartenenza come qualcosa che è necessariamente giusto da contrapporre a qualcosa d’altro che è sicuramente sbagliato, nessuno ci può togliere il nostro senso religioso se non noi stessi. La battaglia da vincere è quella con i nostri cuori e le nostre coscienze, non quella contro le altre religioni, e se vinceremo questa battaglia non c’è niente che ci possa far paura, perché ci renderemo conto che non c’è nessun bisogno di contrapposizione o di proclami contro sentenze che vogliono dare a tutti i cittadini europei pari dignità religiosa, qualsiasi essa sia. O il problema è un altro, e cioè l’istinto di prevaricare l’altro a prescindere?

Ivan Vaghi

lunedì 21 dicembre 2009

La Scelta Democratica - Speciale Pedemontana

Potete, come sempre, scaricare il numero e stamparlo. E fornirne una copia a un vicino, a un amico o a un parente.

Numero_Pedemontana

domenica 20 dicembre 2009

Bretella di Fagnano e svincolo di Solbiate, sindaco dubbioso

Incontro con il comitato che difende il Medio-Olona. Il primo cittadino Roncari affronterà il tema della ipotetica strada tra Fagnano e Castelseprio nelle prossime riunioni di giunta.

Fagnano Olona - Il progetto di bretella di collegamento tra Fagnano Olona e Castelseprio non convince più neanche il sindaco di Fagnano Marco Roncari dopo l'incontro, avvenuto ieri (mercoledì), con il comitato di salvaguardia del Medio Olona, nato proprio per combattere questa nuova ipotetica arteria che dovrebbe mettere in comunicazione lo svincolo di Pedemontana a Solbiate Olona con la parte alta della Valle Olona. All'incontro hanno partecipato anche l'ex-vicesindaco di centrosinistra Santi Di Paola e l'attuale vice di Marco Roncari, Romano Chierichetti. Il leader del comitato Fabrizio Poncato non canta vittoria ma sottolinea il punto messo a segno dopo l'incontro di ieri: «E' stato un momento positivo di confronto - ha detto Poncato - quella strada non piace nemmeno all'attuale sindaco».

Quello di Marco Roncari non è però un no secco alla nuova strada: «Così come è stata pensata non ci piace - ha detto Roncari - non capisco perchè non sia stato preso in considerazione un rafforzamento della viabilità già esistente. Tuttavia ho visto che il progetto è stato visto e rivisto più volte e ho deciso di portarlo all'attenzione della giunta non appena sarà possibile per condividere una decisione». Il sindaco non vuole alimentare speranze eccessive e aggiunge: «Il mio non è nè un no nè un si a questa nuova strada - precisa - voglio approfondire. Ho dei dubbi e voglio parlarne con la mia giunta». Forse per il comitato è presto per cantar vittoria ma il fatto che il sindaco cominci ad esprimere una posizione che non difende il tracciato è già qualcosa. Il comitato chiede anche che venga eliminato lo svincolo e il peduncolo di Solbiate Olona ma anche su questo tema il sindaco di Fagnano non si sbilancia lasciando ogni decisione ai prossimi incontri di giunta promettendo una risposta maggiormente esaustiva prima della fine dell'anno in corso.

Fonte: varesenews.it

giovedì 17 dicembre 2009

Non tutti i ritardi vengono per nuocere

Oggi mi sono fatto centodieci minuti sul treno per andare e tornare da Milano. Per far passare il tempo, mi sono dato una bella rilettura al documento riguardante il PGT di Solbiate presentato il 27 novembre.

Vi riporto alcuni spunti e riflessioni emerse durante libere conversazioni tra i membri di giunta, dell’ufficio di piano e gli estensori del piano (l’espressione è contenuta nel documento):

* Occorre tutelare il verde (…)
* A Fagnano Olona ci sono molti appartamenti recenti inutilizzati
* Il non utilizzo è un rischio anche per nuovi interventi in Solbiate Olona
* Il mercato di Solbiate Olona è saturo: non c’è domanda

Lampadina. Blog del PD di Solbiate, il report del Consiglio comunale scritto da Ivan Vaghi:

La fase più conflittuale è stata l’approvazione del piano attuativo della zona C3. Traducendo verranno costruiti 70 appartamenti per un totale di 10500 metri cubi circa distribuiti in sei palazzine in via Vignole. E’ sorta subito una discussione accesa tra il sindaco e il consigliere Antonello Colombo, che ha accusato l’amministrazione di aver voluto dare corso a un decreto attuativo di tale rilevanza (circa un terzo della contestata area ex-Rovelli) senza dare alcun tipo di comunicazione approfondita dell’intervento. Che tra l’altro, per la prima volta nella storia di Solbiate, viene attuato senza che sia mai passato da alcuna commissione vista la solerzia con cui questa amministrazione ha abolito la commissione edilizia. La risposta del sindaco è stata una controaccusa al consigliere in qualità di ex-sindaco, perché si deve alla sua amministrazione la decisione di trasformare quell’area in edificabile. L’accusa di risposta è stata che la notizia riportata è sostanzialmente falsa in quanto all’epoca era stato diviso un terreno edificabile in due parti, una trasformata in area verde e un’altra rimasta edificabile. La stessa cosa è successa per una adiacente area verde, in modo che venisse mantenuta coerenza di destinazione con le aree vicine. Inoltre la variante voluta da questa amministrazione prevede l’inserimento di due ulteriori mappali che aumentano l’area totale edificabile, cosa mai discussa in precedenza. Risulta anche strana la velocità con cui è stata discussa in consiglio una richiesta di variante arrivata all’amministrazione solo due giorni prima e, come detto, mai discussa in commissione. Su richiesta sempre di Antonello Colombo è stata letta in aula la convezione relativa, cui il sindaco, con sprezzo del pericolo, ha aggiunto una coda che voleva essere polemica ma che rischia di essere un autogol. Ha infatti detto che era inutile raccontare questioni tecniche alla cittadinanza, usando le stesse identiche parole usate dall’amministrazione precedente quando voleva nascondere le sue operazioni, o almeno questo diceva l’allora consigliere Melis. L’indomito Antonello Colombo ha ribadito che non era stata data alcuna informazione, né tecnica né di altro tipo.
Il colpo da maestro però lo ha piazzato il consigliere Bianchi di Per Solbiate, che proprio in virtù di quella che sembra una incoerenza di comportamento dell’attuale amministrazione nei confronti delle aree edificabili, ha chiesto ai consiglieri di maggioranza cosa ne pensassero di questa operazione, dal momento che fino a pochi mesi fa si dichiaravano fieramente contrari all’operazione ex-Rovelli. Mancando il capogruppo Luigi Colombo (uscito dall’aula per non essere accusato di conflitto di interessi, dal momento che è il direttore dei lavori del complesso che verrà costruito), è stata data la parola al consigliere Bazzani, che, evidentemente in difficoltà, ha ammesso di essere perplesso su questa operazione. Difatti non ha votato a favore ma si è astenuto. Prime crepe in maggioranza? Probabilmente no, ma rimane il sospetto che i consiglieri di maggioranza non fossero completamente al corrente del progetto e la cosa non può far piacere. Al momento della votazione il consigliere Cassarà, in “quota” Lega per la lista Per Solbiate, ha votato contro, mentre gli altri due consiglieri a favore (coerentemente con un progetto portato avanti dalla precedente amministrazione). Che si sia ricordata dei padri e del cemento? Vedremo. In generale comunque la “difesa” dell’amministrazione è stata la solita: non è stata una nostra decisione, stiamo solo facendo quello che siamo costretti a fare per colpa delle amministrazioni precedenti. Prima o poi però il “bonus” finirà e saranno costretti a prendersi tutte le responsabilità.

Io, qualche incongruenza l’ho trovata.

Stefano Catone

sabato 12 dicembre 2009

Mi chiamo Giovanni Arnoldi e ho 42 anni

Mi chiamo Giovanni Arnoldi e ho 42 anni, quelli giusti per riflettere sulla vita, perché ne hai passate abbastanza per esserti fatto un’idea e sei ancora abbastanza giovane per poter rimediare agli errori e mettere in cantiere nuovi progetti. Tra le altre cose faccio anche il mediatore nella compravendita di terreni agricoli, ma più che altro sono l’uomo di fiducia di molti amici che dalle mie parti sanno ancora fidarsi della terra e la coltivano con la passione e la tenacia ereditate da numerose e ostinate generazioni di contadini. Bestemmiano anche molto perché la terra a volte si distrae e non ti dà quello che promette, e poi è sempre desiderosa di attenzioni, come una vecchia gatta. Ci si alza all’alba e si va a dormire quando è buio, tutti i giorni. Gente semplice i miei amici, e quando qualche volta qualcuno decide di vendere o comprare un pezzo di terra, o lasciarlo ai figli con la già disillusa speranza che non lo vendano per costruirci case, chiamano me e mi affidano le pratiche legali. Si fidano, d’altra parte non ho mai deluso nessuno. Le compravendite le faccio sempre nello stesso posto, la Banca Nazionale dell’Agricoltura a Milano, lavorando con le stesse persone, perché anche loro non mi hanno mai deluso e io mi fido. Mi piace andare a Milano, anche quando piove come oggi, anzi, Milano è bella soprattutto quando piove, il grigio le si addice. Si veste dell’abito elegante degli uomini d’affari, con le luci che escono discretamente dai lampioni e dalle vetrine del centro, ad indicare la strada ai passanti tra la nebbia e il buio dell’inizio sera di Dicembre. A casa mia il grigio è grigio, a Milano è una lunga serie di sfumature. Entro in banca con sollievo, fa davvero freddo oggi e dentro è sempre ben riscaldato. Per fortuna me la caverò in fretta perché ormai so come fare, qualche firma, qualche dettaglio, una stretta di mano e poi a casa. Ci sono le stesse persone, che ormai conosco bene, l’indaffarato agitarsi delle contrattazioni sui beni agricoli, il vecchio tavolo ottagonale al centro della stanza dove ho compilato decine e decine di distinte di versamento, i solito clienti, ormai conosco anche tutti loro. Quel tipo però non l’ho mai visto, mi incuriosisce il suo aspetto fin troppo elegante e quella sua voluminosa borsa di cuoio, lo scruto un po’ ma poi vengo distratto dal mio lavoro, dalle firme, dai dettagli e dalle strette di mano. L’ultima firma la mettiamo nel solito posto, sul vecchio tavolo ottagonale. Tra un po’ uscirò nell’elegante grigio di Milano e attraverserò di nuovo le sue strade, che di questi tempi ne stanno vedendo tante: cortei, manifestazioni, occupazioni. Io non me ne intendo tanto di politica, alla terra della politica importa poco e io le do retta, penso solo che se tanta gente protesta un motivo ci sarà. Ci sarà anche un motivo per cui quell’uomo così elegante ha dimenticato la sua pesante borsa di cuoio sotto il tavolo, strano, non è una cosa che si può dimenticare così facilmente. Spero che torni a prenderla prima che chiuda la banca, forse c’è qualcosa di importante. Bene, ho finito, posso andare a casa, domani è il 13 dicembre, Santa Lucia, dalle mie parti si festeggia come a Natale.

Giovanni Arnoldi e altri 16 clienti della banca non torneranno a casa quella sera. Quella borsa non era stata dimenticata. Era il 12 dicembre 1969.

di Ivan Vaghi

venerdì 11 dicembre 2009

12 dicembre 1969 - 2009: quarant'anni da Piazza Fontana


A 40 anni dalla strage impunita di Piazza Fontana, che segnò l´inizio della strategia della tensione e l´uso dei teoremi giudiziari e dei gruppi neofascisti come manovalanza reazionaria la situazione politica italiana è preoccupante. Emergono e prendono corpo fenomeni negativi, tutti con una valenza, attualmente o potenzialmente, antidemocratica. Il catalogo è eterogeneo, ma univoco nel segnare un indirizzo lesivo di diritti civili e di garanzie democratiche, tanto da profilare chiaramente una situazione di emergenza per la democrazia. Leggi apertamente xenofobe, discriminatorie e razziste. Aggressioni allo stato di diritto, alla divisione dei poteri e all’indipendenza della magistratura. Discredito sulle istituzioni rappresentative e di garanzia. Deformazione della prassi legislativa con il ricorso ordinario alla decretazione di urgenza e alla insistita reiterazione dei voti di fiducia. Frequenti attacchi alla Costituzione giudicata obsoleta, prodotto di un’epoca tramontata, inidonea a costituire un valido patto sociale, bisognosa di cambiamenti radicali da perseguirsi unilateralmente. Manomissione e tentata cancellazione delle garanzie della contrattazione sindacale. Esorbitante controllo sui mezzi di informazione e di formazione della pubblica opinione. Pesanti limitazioni della libertà e del diritto all’informazione. Sospensione della funzione giurisdizionale mediante una legislazione di immunità ad personam. Misconoscimento dei diritti soggettivi costituzionalmente garantiti attraverso la loro subordinazione a principi ideologici confessionali. Iniziative legislative volte a equiparare le parti antagonistiche nella lotta di liberazione nazionale, a svalutare la Resistenza come fondamento del patto costituzionale. ll tutto cementato dalla cialtronesca cultura berlusconiana dell'apparenza, della superficialità, della furbizia e della gigioneria. La cultura della solidarietà sociale, del valore dello studio e della cultura e della scienza, del rispetto del lavoro, viene irrisa. Occorre aggiungere altri aspetti più generali e, per questo, forse ancor più preoccupanti: la trasformazione della politica in spettacolarizzazione sempre più escludente una partecipazione attiva dei cittadini, e al contempo la sua sempre più accentuata personalizzazione leaderistica che ha assunto toni spesso parossistici.
Per questo dobbiamo ricordare quanto preziosa e insostituibile sia la partecipazione e la mobilitazione politica a sostegno dei valori democratici. Dobbiamo ricordare come la mobilitazione e partecipazione popolari, del movimento degli studenti, del movimento operaio e delle organizzazioni dei lavoratori, del movimento delle donne e dei giovani, degli intellettuali democratici abbia in passato costituito un argine e garantito la tenuta democratica contro le tentazioni e i tentativi antidemocratici che hanno insanguinato il paese per un non breve periodo. Stragismo di Stato e complotti fascisti hanno trovato allora una barriera invalicabile innanzitutto nella mobilitazione e nelle lotte di massa di studenti, operai , intellettuali, giovani e donne.
Nelle settimane successive a piazza Fontana, in un clima cupo e pieno di paura, con le forze della sinistra paralizzate e timorose, fu la mobilitazione popolare orgogliosa e coraggiosa lo strumento decisivo della tenuta democratica.
Facciamo del 12 dicembre 2009, a 40 anni dalla strage, un grande giorno di mobilitazione per la difesa della democrazia e della Costituzione.

Liberamente rielaborato da Roberto Colombo

Live Report - Consiglio Comunale del 10 dicembre 2009

Seduta abbastanza movimentata quella di ieri sera, soprattutto per il confronto a tratti duro tra il sindaco e il consigliere di opposizione Antonello Colombo. Ma andiamo con ordine. I primi due punti all’ordine del giorno se ne vanno via lisci o quasi. Si tratta dell’approvazione del verbale precedente e la ratifica di variazioni di bilancio, che prevedono lo spostamento di circa 29000 euro da voci con avanzi ad altre che invece richiedevano interventi. Poi però c’è stata la questione delle concessioni cimiteriali: siccome stanno andando in scadenza le concessioni regolate dalla nuova normativa (in vigore dal ’77), e siccome le tariffe, a parere di Progetto Solbiate, sono troppo elevate, l’amministrazione ha deciso di prorogare da 30 a 50 anni la concessione (il limite massimo è 99 anni) con la possibilità di rateizzare l’importo in tre rate. La lista Per Solbiate ha richiesto la possibilità di valutare la proroga a 50 anni delle concessioni in vigore, mentre la Lista Progetto Solbiate ha chiesto anche che i titolari delle concessioni in vigore vengano avvertite direttamente dall’amministrazione della scadenza, perché in mancanza di rinnovo la concessione si riterrà automaticamente conclusa. Alle rimostranze della minoranza l’amministrazione ha replicato che la scelta di tariffe alte per le concessioni è dolorosa e impopolare (ma meno di altre), e che lo scopo della cessazione della concessione in caso di mancato rinnovo è per poter intervenire sulle tombe abbandonate, promettendo in ogni caso tutta la cautela necessaria. La minoranza ha comunque votato contro.
Il quarto punto prevedeva la modifica del regolamento della commissione paesaggio. Attualmente sono previsti due membri più il presidente, il cui voto vale di più nel caso manchi uno dei membri. Si è voluto introdurre la figura del vice presidente nel caso in cui a mancare sia proprio il presidente, in modo da avere comunque una “maggioranza”. Suggeriamo di nominare il terzo membro vice presidente vicario, in modo che se mancano gli altri due potrà garantire ugualmente una maggioranza qualificata. Dalla discussione non si è capito però se il parere della commissione paesaggio è solo obbligatorio, come sostiene la minoranza, o se sia anche vincolante, come invece ritiene la maggioranza. Progetto Solbiate ha votato contro.
Il quinto e il sesto punto riguardavano la modifica del regolamento comunale per poter consentire la costruzione di case passive, cioè a basso o nullo consumo energetico (tutti favorevoli) e l’approvazione dell’ERIR (elaborato rischio incidenti rilevanti), necessario per la formulazione del PGT. Nel territorio di Solbiate è stata evidenziata un’unica fonte potenziale di rischio, e cioè la Hexion, che in caso di incidente potrebbe riversare ammoniaca. Secondo l’ERIR il rischio sarebbe quasi esclusivamente circoscritto all’azienda stessa e solo marginalmente al territorio circostante, anche se è previsto un incontro pubblico per spiegare alla cittadinanza cosa fare in caso di incidente. A parte l’evidente incoerenza, non è stato spiegato chi, come e secondo quali criteri di valutazione si è giunti ad una conclusione del genere, anche perché essendo l’ammoniaca (sempre se si tratti solo di questo) un composto gassoso, ci devono spiegare come fanno a sapere che non si propagherà nell’ambiente e che invece, miracolosamente, rimarrà quasi tutta all’interno dell’azienda Per non parlare di sostanze derivate dalla lavorazione come l’anidride solforosa di cui non è stato fatto alcun cenno. Stranamente nessun membro della minoranza ha fatto rilievi di alcun tipo.
La fase più conflittuale è stata l’approvazione del piano attuativo della zona C3. Traducendo verranno costruiti 70 appartamenti per un totale di 10500 metri cubi circa distribuiti in sei palazzine in via Vignole. E’ sorta subito una discussione accesa tra il sindaco e il consigliere Antonello Colombo, che ha accusato l’amministrazione di aver voluto dare corso a un decreto attuativo di tale rilevanza (circa un terzo della contestata area ex-Rovelli) senza dare alcun tipo di comunicazione approfondita dell’intervento. Che tra l’altro, per la prima volta nella storia di Solbiate, viene attuato senza che sia mai passato da alcuna commissione vista la solerzia con cui questa amministrazione ha abolito la commissione edilizia. La risposta del sindaco è stata una controaccusa al consigliere in qualità di ex-sindaco, perché si deve alla sua amministrazione la decisione di trasformare quell’area in edificabile. L’accusa di risposta è stata che la notizia riportata è sostanzialmente falsa in quanto all’epoca era stato diviso un terreno edificabile in due parti, una trasformata in area verde e un’altra rimasta edificabile. La stessa cosa è successa per una adiacente area verde, in modo che venisse mantenuta coerenza di destinazione con le aree vicine. Inoltre la variante voluta da questa amministrazione prevede l’inserimento di due ulteriori mappali che aumentano l’area totale edificabile, cosa mai discussa in precedenza. Risulta anche strana la velocità con cui è stata discussa in consiglio una richiesta di variante arrivata all’amministrazione solo due giorni prima e, come detto, mai discussa in commissione. Su richiesta sempre di Antonello Colombo è stata letta in aula la convezione relativa, cui il sindaco, con sprezzo del pericolo, ha aggiunto una coda che voleva essere polemica ma che rischia di essere un autogol. Ha infatti detto che era inutile raccontare questioni tecniche alla cittadinanza, usando le stesse identiche parole usate dall’amministrazione precedente quando voleva nascondere le sue operazioni, o almeno questo diceva l’allora consigliere Melis. L’indomito Antonello Colombo ha ribadito che non era stata data alcuna informazione, né tecnica né di altro tipo.
Il colpo da maestro però lo ha piazzato il consigliere Bianchi di Per Solbiate, che proprio in virtù di quella che sembra una incoerenza di comportamento dell’attuale amministrazione nei confronti delle aree edificabili, ha chiesto ai consiglieri di maggioranza cosa ne pensassero di questa operazione, dal momento che fino a pochi mesi fa si dichiaravano fieramente contrari all’operazione ex-Rovelli. Mancando il capogruppo Luigi Colombo (uscito dall’aula per non essere accusato di conflitto di interessi, dal momento che è il direttore dei lavori del complesso che verrà costruito), è stata data la parola al consigliere Bazzani, che, evidentemente in difficoltà, ha ammesso di essere perplesso su questa operazione. Difatti non ha votato a favore ma si è astenuto. Prime crepe in maggioranza? Probabilmente no, ma rimane il sospetto che i consiglieri di maggioranza non fossero completamente al corrente del progetto e la cosa non può far piacere. Al momento della votazione il consigliere Cassarà, in “quota” Lega per la lista Per Solbiate, ha votato contro, mentre gli altri due consiglieri a favore (coerentemente con un progetto portato avanti dalla precedente amministrazione). Che si sia ricordata dei padri e del cemento? Vedremo. In generale comunque la “difesa” dell’amministrazione è stata la solita: non è stata una nostra decisione, stiamo solo facendo quello che siamo costretti a fare per colpa delle amministrazioni precedenti. Prima o poi però il “bonus” finirà e saranno costretti a prendersi tutte le responsabilità.
L’ultimo punto all’ordine del giorno è stato aggiornato al prossimo consiglio. Ci sarà una riunione con i capigruppo per modificare lo Statuto comunale e inserire un preambolo, che riguarderà probabilmente radici cristiane e crocifissi. Speriamo che non prevalgano istinti populisti e strumentalizzazioni della religione. E comunque non c’è nessuna necessità di inserire preamboli. Nel caso, se il sindaco volesse far partecipare anche noi alla discussione, o chiunque possa avere qualcosa da dire, siamo ovviamente a disposizione.

1000 piazze per l'alternativa


Domani, 12 dicembre, il PD di Solbiate Olona parteciperà alla manifestazione Mille Piazze per l'alternativa, con un proprio gazebo presso il piazzale dello Sport, durante il pomeriggio.