giovedì 24 luglio 2008

Qualcuno si è fatto da solo...

Il caldo è arrivato e il sole splende: forse è meglio cominciare con un po' di sana e divertente satira:



Ho raccolto qualche articolo sull'operato del Governo Berlusconi. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano gli italiani.

Iniziamo con una panoramica del piano economico triennale.

E passiamo a qualche commento:
- Presunti tagli ai fondi per gli statali
- Dopo tanto parlare di sicurezza: tagli alle forze dell'ordine
- Come già accennato in un posto precedente: Sanità
- Università
- Scuola (dell'obbligo?)

Cosa ne pensa il Partito Democratico

domenica 20 luglio 2008

Dedicato ai giovani

"I giovani pensano che la politica sia una cosa sporca, traditrice, ma
non è così.
Sono gli uomini che tradiscono, che rubano, che la sporcano.
La politica è la miglior cosa che possa fare un uomo,
però una politica fatta con etica, con serietà, con amore.

Credo che i giovani abbiano il dovere di far politica,
perché saranno loro i prossimi governanti,
e devono sentire la gioia che c'è nel far politica,
devono sentire la gioia che c'è nell'offrire il proprio impegno all'altro.

Devono sentire che "l'altro sono io", perché far politica è questo.

Noi abbiamo promesso ai nostri figli di non abbandonarli,
e strada facendo stanno nascendo altri figli.(…)
Noi non diamo per morti i nostri figli, crediamo che vivano in ogni persona che
lotta"

Parole di Hebe de Bonafini, Madres de Plaza de Mayo
nel libro "Le Pazze" di Daniela Padoan


martedì 15 luglio 2008

C’era una volta

di Ivan Vaghi



C’era una volta un grande paese, che si chiamava Stati Uniti d’America, potente e industrializzato, che aveva talmente tanta fiducia in se stesso che non si preoccupò di controllare la programmazione economica del suo sistema finanziario, tanto che a un certo punto le banche entrarono in crisi. Le industrie infatti producevano sempre di più, e per sviluppare i consumi le banche avevano cominciato a concedere crediti a privati senza garanzie. Quando però le banche si resero conto che i crediti faticavano a rientrare perché i privati erano arrivati oltre la soglia massima delle proprie possibilità di acquisto, i crediti stessi non vennero più concessi, cosa che causò un accumulo dei prodotti. La presenza sul mercato di una grande quantità di merce causò il crollo dei prezzi perché le aziende erano costrette a liberarsi delle scorte per poter sopravvivere.
Era già da un paio di anni che i segnali andavano in quel senso, ma nonostante ciò le banche continuavano a concedere crediti sia ai privati che alle industrie che, non avendone bisogno, li reinvestivano sia in borsa, determinando un aumento del valore dei titoli al di là dei riscontri industriali dei titoli stessi, sia nel settore immobiliare. Solo che per vendere le case, e quindi rientrare dagli investimenti, le banche concessero mutui senza garanzie. Un giorno le aziende non ce la fecero più e ci fu una vendita in massa dei titoli, la borsa crollò in un tiepido mattino di ottobre e le banche cominciarono a fallire, avendo esse stesse grandi quantità di azioni e una grande quantità di capitali immobilizzati nei mutui, che però non venivano onorati. Fallirono ovviamente anche numerose aziende, nonostante in un primo tempo fossero state costrette a far crollare i prezzi per liberarsi delle scorte. La chiusura delle aziende fece aumentare la disoccupazione e diminuire ulteriormente i consumi, facendo così accelerare il processo.
Molti paesi europei, dipendenti in modo stretto dall’economia americana, ne risentirono, soprattutto perché ci fu una scelta protezionistica da parte degli Stati Uniti che limitò le esportazioni europee.
In tutto il mondo occidentale ci furono anche conseguenze politiche alla crisi economica, perché i gravi disordini sociali determinati dall’aumento della disoccupazione e dalla diminuzione del potere d’acquisto dei salari portarono i vari governi a deviare su posizioni più autoritarie, cosa che determinò rivoluzioni, scontri e in alcuni casi vere e proprie dittature.
Non è fantapolitica, e non è nemmeno una brutta favola, è semplicemente quello che successe veramente all’indomani del 24 ottobre 1929, quando la borsa di Wall Street crollò e si portò dietro tutta l’economia del mondo occidentale. Se qualcuno crede di avere intravisto in questo racconto una situazione simile a quella attuale ha perfettamente ragione, perché stiamo percorrendo gli stessi identici passi di allora, solo con tempi più allungati. Il crollo della borsa si è già verificato, solo che non è avvenuto di botto ma lungo diversi anni a partire dal 2000, mentre la crisi dei mutui sta cominciando a mettere in ginocchio diversi colossi bancari, finora sostenuti dall’acquisto di titoli per il valore di miliardi di dollari da parte di Cina e paesi arabi, ma non sappiamo fino a quando durerà. E’ GIA’ SUCCESSO!!! Non so se si è capito, anzi si è capito benissimo dal momento che la perdita di potere di acquisto e l’aumento dell’inflazione si sono già fatti avanti. Mi piacerebbe sentire cenni di programmazione economica prima che a tutto questo si aggiunga anche una disoccupazione devastante, ma finora non ne ho sentiti. Già, perché qualcuno sta perdendo tempo con i lodi Schifalfano, leggi bloccaprocessi e amenità di questo tipo…

sabato 12 luglio 2008

Sanità, ecco i tagli del governo

Più ticket e meno posti letto

tratto da www.repubblica.it


ROMA - Ticket sanitari anche a carico delle categorie ora esenti: anziani con patologie invalidanti, malati oncologici, a prescindere dal reddito. Riduzione dei posti letto ospedalieri, oggi il rapporto ottimale è di 4,5 per mille residenti. Taglio del personale sanitario, medici, infermieri e tecnici, per raggiungere il pareggio del bilancio. La voce sanità, nel maxiemendamento al decreto della manovra economica presentato dal governo, ha mandato su tutte le furie i governatori delle Regioni. Anche il lombardo Roberto Formigoni ha lanciato un messaggio di fuoco a Berlusconi e Tremonti: "I tagli, in particolare sulla sanità, sono insostenibili, abbiamo chiesto un incontro urgente al governo, perché ci hanno assicurato che non procederanno a decisioni unilaterali. Vedremo cosa succederà".

Perché le Regioni si sono schierate compatte contro il piano Tremonti? Il Patto per la Salute firmato con il governo Prodi, proposto dall'allora ministro Livia Turco e dal responsabile dell'Economia Padoa-Schioppa, prevedeva un incremento del Fondo sanitario nazionale del 3% dal 2008 al 2011, passando da 99 miliardi euro a 108 miliardi e 500 milioni. L'accordo prevedeva somme aggiuntive per il rinnovo del contratto dei medici e paramedici e per la copertura dei ticket sulle ricette per la specialistica e gli esami diagnostici. Più di tre miliardi di euro per evitare i ticket e 1.800 per i contratti.

Il piano prevede ora una manovra soft per il 2008. Ma dal 2009 cominceranno i guai. L'incremento del Fondo sanitario nazionale viene in pratica dimezzato, niente soldi per il rinnovo dei contratti della sanità, e i ticket per le visite specialistiche saranno problemi esclusivi delle Regioni. Il tutto senza tenere conto dell'incremento demografico: più di 400 mila ogni anno dovuto all'arrivo degli immigrati. Alla fine della storia il taglio sarà di quasi sette miliardi di euro. La sanità italiana, oltretutto, marcia a diverse velocità.

Alcune Regioni hanno lavorato per tempo razionalizzando il sistema ospedaliero, trasferendo l'assistenza nel territorio, ma ci sono voluti anni per spiegare ai cittadini, non senza frizioni e contestazioni che sarebbe stato meglio così. "La Toscana ha iniziato questo lavoro una decina d'anni fa - afferma l'assessore alla Sanità Enrico Rossi, coordinatore nazionale della Conferenza delle Regioni - è stato faticoso ma siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi. Con questa manovra demenziale, se passerà, dovremo rivedere la convenzione con i medici di famiglia, o ridurre la prevenzione oncologica, oppure l'assistenza psichiatrica. L'offerta di Tremonti, per coprire il ticket sulla specialistica, è ridicola: ci dice noi vi diamo quest'anno 50 milioni di euro su 834, voi coprite il resto tagliando del 30% gli stipendi dei direttori generali delle Asl, direttori sanitari e dirigenti regionali. Così le Regioni metterebbero insieme una decina di milioni di euro".

Come se non bastasse c'è il problema delle Regioni che hanno accumulato un deficit mostruoso nel corso degli anni. Con il governo Prodi era stato concordato un doloroso piano di rientro. In testa Lazio e Sicilia, seguite da Campania, Calabria e Molise. Per loro il problema è doppio: tagliare per rientrare dal debito pregresso e tagliare di nuovo per il ridimensionamento del Fondo sanitario. Massimo Russo, assessore alla Sanità della Sicilia, non ha perso le speranze: "È chiaro che il sistema rischia il collasso, ma spero che i conti possano tornare in equilibrio, tagliando 2 mila posti letto negli ospedali pubblici e 435 nelle cliniche private - afferma - riducendo i laboratori privati convenzionati".

Se volete sapere quante promesse ha mantenuto il governo Berlusconi cliccate qui.

mercoledì 9 luglio 2008

Live report: 3 luglio 2008, Consiglio comunale



Leggendo l’ordine del giorno, il punto che più suscitava interesse era l’approvazione del progetto riguardante la oramai celeberrima “variante Porro”. Non a caso l’affluenza di cittadini è stata di gran lunga superiore alla media.
Per cui tralasciamo le discussione di ordinanza e passiamo all’esame di ciò che più ci interessa.
Il dibattito consigliare riguardante la variante Porro nasce da un intervento dei consiglieri di minoranza, (sigg. Colombo, Melis e Sansalone) i quali hanno denunciato in modo chiaro e preciso il deficit democratico di cui soffre la vita amministrativa solbiatese: alla mancanza di discussione all’interno del Consiglio comunale si sarebbe aggiunta questa volta la completa sordità\cecità della Giunta rispetto alla raccolta di firme contrarie alla variante e alle successive manifestazioni di dissenso.
La Giunta comunale (ed in particolare il Sindaco sig. G. Bianchi e l’Assessore alla viabilità sig. F. Bianchi), chiamata a rispondere ad accuse con un importante peso, se non altro morale, ha sostenuto che in passato ci sono state occasioni di dibattito al riguardo. Una prima occasione si è avuta circa 9 mesi fa, quando rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione si sono riuniti in Commissione viabilità per discutere del progetto: dalla lettura del verbale di tale seduta, apparso piuttosto scarno, non è emersa nessuna voce contraria. Al Consiglio comunale successivo la minoranza non ha votato contro ma si è astenuta.
Il Consigliere Colombo ha giustificato l’astensione argomentando che il progetto presentato in Consiglio presentava delle imprecisioni e per tale motivo si è ritenuto fosse meglio astenersi che votare contro.
A questo punto il Consigliere della maggioranza sig. Amoroso dichiarava il suo voto contrario al progetto: a suo parere non è possibile ignorare le numerose firme raccolte ed inoltre tale progetto non era neppure previsto dal programma elettorale della propria lista.
Infine il progetto è stato approvato, con i voti contrari della minoranza e di Amoroso e i voti favorevoli del resto del Consiglio.

Il punto successivo riguardava i fondi da destinare agli istituti scolastici del nostro paese: naturalmente l’argomento aveva tutte le credenziali per scivolare sul discorso parcheggi…e così è stato, grazie all’intervento del Consigliere di minoranza Melis. Egli ha domandato all’Assessore alla cultura e alla pubblica istruzione sig. Scattolin se fosse stata informata la Dirigente scolastica della scuola G. Pascoli del progetto riguardante i parcheggi.
Il Sindaco ha risposto che la Dirigente scolastica non è stata informata perché non dovuto, mentre sono state informate le insegnanti (le quali erano a conoscenza di un progetto differente) in quanto utenti principali dei parcheggi ora all’interno. Queste ultime, per quanto riportato dal Sindaco, alla luce dell’effettivo progetto si sarebbero dette favorevoli.

Andando oltre le questioni pratiche, vorrei mettere in evidenza l’alta partecipazione al Consiglio: qualcosa si muove! Vi invito a commentare, a fare osservazioni, a contribuire con le vostre idee: è un’occasione per far sentire la propria voce e per dare il proprio contributo alla vita pubblica (anche in maniera anonima o tramite pseudonimi).

lunedì 7 luglio 2008

Forse è il caso di cominciare a riflettere

tratto (e rivisitato nella forma) dal sito beppegrillo.com



Per quelli che vogliono prendersi una pausa, di seguito c’è il resoconto di come funzioni la nostra economia, il tutto mentre i nostri governanti si preoccupano di raccomandare veline, perseguitare magistrati e revocare il regime di carcere duro per il mafioso Nino Madonia e altri suoi compari. Non è il caso di cominciare a rifletterci sopra?


- Oltre il 40% della ricchezza nazionale è illegale (rapporto Alto Commissariato anti-Corruzione)

- Lavoro nero e sommerso: 27% del Pil (fonte Ocse)

- Evasione fiscale: 200 miliardi di euro (fonte Secit e Revue de droit fiscal)

- Grandi aziende con un fatturato superiore a 50 milioni di euro, che evadono il fisco: 98,40% (fonte Agenzia delle entrate fiscali)

- Esportazione illecita di capitali: 85-90 miliardi di euro (fonte Confcommercio, Eurispes, Procura Nazionale Antimafia, settimanale Economy)

- Beni consolidati delle mafie: 1.000 miliardi di euro (fonti Confcommercio, Economy, Procura Nazionale Antimafia)

- Affiliazioni alle mafie, esclusi i colletti bianchi che utilizzano il denaro riciclato: 1.800.000 persone (fonte Dia e relazione Commissione Parlamentare Antimafia 2003)

- Percentuali delle estorsioni per regione sul totale per Campania 14,9%, Sicilia 12,9% e Lombardia 10,4% (fonte Ministero dell'Interno)

- Nella sua ultima relazione il Commissariato contro la corruzione ha affermato: siamo peggio che in Tangentopoli, la corruzione piega ogni settore e la sanità è terra di conquista.


L’inchiesta è stata svolta dai redattori del sito www.lacasadellalegalità.org

mercoledì 2 luglio 2008

Per la Torre di Babele sempre dritto

di Stefano Catone



Nel mio intervento “Siamo di nuovo al verde”, mi ero detto soddisfatto del movimento di protesta, in quanto una voce contro è sempre un buon segno.
E’ giunta ora una seconda soddisfazione: una mail inviata alla “redazione”!
Credo di non essere stato chiaro nel mio intervento precedente, poiché il contributo ricevuto e che tende a controbattere il mio articolo non ha colto quale fosse la mia tesi. E di conseguenza essa rimane in piedi.

La mia tesi non era: “non era necessario un intervento per migliorare l’oratorio maschile”
La mia tesi non era: “i parcheggi di via dei Patrioti sono vantaggiosi” (richiamando il concetto di analisi costi/benefici)
La mia tesi non era: “la decisione sul modo di rifacimento dell’oratorio non era condivisa”.
La mia tesi non era: “l’Amministrazione ha portato a conoscenza della comunità il progetto e da essa è stato dibattuto”.

La mia tesi, molto più banalmente, era: “Si sta facendo un uso strumentale della protesta”. L’avevo anche messo in grassetto…
Della protesta riguardante sia gli alberi sia la variante Porro.
Tra parentesi, non è un’idea solo mia, ma sostenuta dagli stessi manifestanti (di fianco alla terza immagine).

Riguardo la mia definizione di “abbattimento modesto”, è vero che esso si riferisce al solo numero degli alberi, non tenendo conto degli altri spazi che diminuiranno. Ma credevo di essere stato chiaro
perlomeno su questo: il mio post era basato sul conteggio degli alberi!
Il conteggio degli alberi è una variabile oggettiva per poter paragonare i due interventi: molte altre variabili non lo sono! Questo semplicemente perché gli esseri umani traggono piacere da situazioni diverse: chi da un parcheggio in più, chi da un campo da calcetto in più.

Qui nessuno ha messo in dubbio la funzionalità del nuovo oratorio.
Qui qualcuno ha messo in dubbio il reale sentimento ambientalista, data la prossimità delle elezioni.

Infine, la mia analisi costi/benefici risulta essere completamente distorta dall’articolo “Domanda: SIAMO DI NUOVO AL VERDE ?”: la mia analisi si basava sulle seguenti assunzioni (e mi sembrava anche ovvio, dato il calcolo che è stato fatto)
Abbattimento albero = costo
Albero rimasto in piedi = beneficio
Mi viene invece attribuita indebitamente un’analisi costi/benefici effettuata sulla base di altri indicatori, quali la condivisione delle scelte, l’obsolescenza e la pericolosità, e altri ancora.
Si trattava di un’analisi sulla situazione prima e dopo l’abbattimento all’oratorio, non di un paragone tra oratorio e parcheggi.

La conclusione di tutto ciò è: l’articolo “Domanda: SIAMO DI NUOVO AL VERDE ?” è un contributo a sé stante, che non attacca la mia tesi “Si sta facendo un uso strumentale della protesta”.
Che il nuovo oratorio sia funzionale non è mai stato messo in dubbio.
Probabilmente si è letto nelle mie parole qualcosa che non c’era, immagino (e in questo caso mi sembra opportuno citare: “Posso parlare con conoscenza di causa, essendo stato partecipe di ogni passo del progetto di rifacimento dell’oratorio”) perché ci si è sentiti tirati in ballo.

Intendo infine precisare che io non “sono ben addentro alle cose dell’Amministrazione”. Anche questo è frutto di un’interpretazione sbagliata?

Tale sito vuol definirsi democratico perché accetta gli interventi di tutti, perché ricerca il dibattito, nella convinzione che solo dalla sintesi possa ricavarsi qualcosa di buono. Si tratta di uno dei valori a cui si è fatto riferimento?
Forse non sono stato bravo ad esprimermi, ma forse sarebbe stato più giusto ribattere le cose scritte, non quelle immaginate.

Sarò troppo “scientifico”, ma purtroppo questo è il mio metodo.