venerdì 30 maggio 2008

La politica solbiatese spiegata al mio gatto – 2

di Ivan Vaghi



Questa volta lo sforzo che ho chiesto a Tobia era più oneroso, dal momento che si passava su un piano più teorico e di riflessione politica. Sono partito da lontano, dicendo che quando viene fatta una scelta bisogna prima di tutto decidere se si vuole fare la cosa giusta o quella che conviene di più. E’ spesso una questione di indole personale, ci sono quelli più intransigenti e quelli più inclini al compromesso, senza che, a priori, un atteggiamento sia necessariamente migliore di un altro. Per un cittadino la questione è abbastanza semplice perché di solito ognuno segue la propria indole, più difficile quando la decisione deve essere presa da un gruppo politico, perché deve tenere conto anche della volontà di quanti, in un modo o nell’altro, da questo gruppo politico si sentono rappresentati. Entrano pertanto in gioco anche concetti di responsabilità, di etica, di lungimiranza politica e perché no, di onestà intellettuale ed ideologica.
In vista delle prossime elezioni avremo pertanto da fare una scelta tra tre possibili: appoggiare una delle liste che si presenteranno alle elezioni, farne una noi o disinteressarci del problema. L’ultima eventualità credo che sia da scartare a priori per i motivi che avevo appena citato, perché responsabilità vuol dire anche sforzarsi di dare delle risposte, mentre l’idea di una nuova lista del PD mi lascia seriamente perplesso per vari motivi: siamo giovani, ancora poco conosciuti in paese, e non possiamo contare al momento su un numero sufficiente di persone con adeguata esperienza e capacità amministrativa. Non dimentichiamo che servono un candidato sindaco, un vice sindaco, almeno quattro assessori e diversi consiglieri, e tornando al concetto di responsabilità è necessario che tutte queste persone siano completamente preparate ad affrontare il compito assegnato. A questo punto però, quale lista scegliere? E’ facile scartare la Lega, sembra meno facile, date le premesse, scegliere tra la lista che rappresenterà l’attuale maggioranza e quella dell’attuale opposizione.
Tobia mi fa capire che non ha ben presente le premesse, e quindi provo a spiegarle, cercando di non dimenticare troppi pro e contro. Per quanto riguarda l’attuale maggioranza bisogna considerare la capacità che ha dimostrato nel saper contenere le spese di gestione del comune senza influire sugli interventi in campo sociale; l’”interventismo” nel campo della viabilità e della riqualificazione del centro storico (sì lo so che tanti non sono contenti di quello che è stato fatto, ma perlomeno qualcosa è stato fatto); lo sblocco della questione relativa alla bonifica dell’area ex-SIR (idem); l’avvio della raccolta differenziata (e di questi tempi non è poco); il fatto di poter contare su una giunta e su consiglieri di lunga esperienza (ho dimenticato sicuramente qualcosa e me ne scuso). Tra i contro c’è un atteggiamento irritante che esclude la cittadinanza dalle questioni in discussione salvo presentare il fatto compiuto; la scarsa trasparenza di determinate scelte compreso un utilizzo un po’ “generoso” dei soldi pubblici per alcuni interventi; la mancata apertura democratica nei confronti della minoranza che non è stata invitata alla gestione della Società dei servizi (al di là del fatto in sé è proprio l’atteggiamento che mi sta sulle balle); i dubbi sulla reale indipendenza dell’amministrazione dal controllo di Giacomo Moroni (moltissimi cittadini solbiatesi se ne vorrebbero finalmente sbarazzare); le perplessità sulle ultime scelte relative alla nuova strada e alla decisione di tagliare gli alberi davanti alla scuola elementare, che ha definitivamente alienato le simpatie di moltissimi altri cittadini solbiatesi che sicuramente non voteranno questa lista l’anno prossimo. Soppesando i pro e i contro, considerando che il voto è spesso dettato dall’emotività degli elettori, non vedo questa lista, al momento attuale, messa molto bene.
Passiamo all’opposizione, la lista della Voce solbiatese. Tra i pro dobbiamo mettere una appassionata attenzione a quelle che sono le scelte dell’amministrazione (quasi sempre per criticarle); la volontà dichiarata di mettere la parola fine ad un controllo più o meno occulto della dinastia Bianchi e di Giacomo Moroni su Solbiate Olona (con i limiti già dichiarati nella prima puntata, e cioè che comunque è meglio lavorare per qualcosa e non contro qualcuno); lo sforzo per l’edizione di un periodico che, tra le altre cose, parla anche di questioni relative al paese (anche se il periodico “costa” in termini di garanzia di visibilità agli sponsor, compresi quelli politici), che di fatto è l’unica fonte di informazione alternativa all’amministrazione, che di suo latita abbastanza.
A lasciare dei dubbi è il merito delle critiche all’attuale amministrazione, che sembra risiedere più nella forma che non nei contenuti, ma quello che lascia molto perplessi di questo progetto politico è il modo in cui è nato, con una fusione tra due liste di ispirazione politica opposta, una di sinistra e una di destra, che hanno deciso di mettere da parte le questioni ideologiche in nome di un interesse comune. Qui però entra in gioca una questione importante, quella che ho precedentemente identificato come l’onestà intellettuale ed ideologica di cui bisogna sempre tenere conto quando si fanno delle scelte politiche. Questo perlomeno è quello che penso, e Tobia sembra volermi dare ragione. Se ad esempio ci si trova davanti ad una scelta importante per il bene del paese, e vengono indicazioni divergenti “dall’alto” delle segreterie regionali o provinciali, quale sarà la scelta che verrà fatta? Siamo sicuri che la scelta sarà libera e indipendente oppure la composizione “politica” della giunta sarà un fattore determinante? Come possiamo sapere che ci sarà un equilibrio in questo senso nella scelta della giunta e del consiglio? Mettiamo che io voto questa lista ma la maggior parte dei consiglieri eletti e quindi la giunta risulta essere di area PdL o peggio, in che modo mi sentirei rappresentato? Se portiamo questi dubbi a livello di gruppo politico le cose si amplificano, dove risiederebbe l’onestà intellettuale e ideologica che ogni gruppo politico dovrebbe sempre tenere a mente nella sua azione politica se vengono sostenute persone che, in modo del tutto legittimo, la pensano in modo diverso?
Ma torniamo alla domanda iniziale, è meglio fare la cosa giusta o quella più conveniente? E’ meglio rincorrere la maggior visibilità possibile e quindi sostenere la lista che ha più probabilità di vincere (questo vorrebbe dire avere qualche consigliere e quindi avere più peso nell’amministrazione, che gestiremo con attenzione e responsabilità), oppure sostenere la lista in cui crediamo di più? La cosa migliore sarebbe se le due ipotesi coincidessero in un’unica lista, ma questo non è detto che sarà possibile. Date le premesse la lista dell’attuale maggioranza sembrerebbe quella meno conveniente (anche perché avrà l’aperta ostilità di Antonello Colombo, che sarà in grado di spostare moltissimi voti), mentre la lista di minoranza sembra quella in cui crediamo di meno, quindi è necessario passare dalle premesse ai contenuti, cioè i programmi, la strategia e le persone coinvolte nei vari progetti. Ma questo, considerando che Tobia si è clamorosamente addormentato, sarà argomento di una prossima puntata.

lunedì 26 maggio 2008

La politica solbiatese spiegata al mio gatto - 1

di Ivan Vaghi

Tobia in realtà non è il mio gatto, è quello della vicina, ma ogni tanto prende volentieri possesso di casa mia e quindi è diventato quasi uno di famiglia. Soprattutto ha il merito di stare ad ascoltarmi quando gli parlo e a volte addirittura con aria interessata. Ho pensato quindi di provare a spiegargli come stanno le cose a Solbiate dal punto di vista dell’amministrazione pubblica del paese e in generale della situazione politica in vista delle elezioni del prossimo anno, così, giusto per provare a riordinare le idee. Ho fatto finta che potesse capire quello che gli dicevo ma al tempo stesso mi sono obbligato a non tralasciare niente, perché Tobia (per chi non lo avesse capito diventa l’impersonificazione allegorica di un cittadino di Solbiate che non sa niente di ciò che succede) ha bisogno di tutti i dati possibili.
Partiamo dalla attuale amministrazione, si tratta di una lista civica che ha vinto le ultime elezioni con un discreto margine, anche se non ha propriamente stravinto. Il sindaco è Giuseppe Bianchi detto Peppino, che assume anche l’incarico di assessore all’urbanistica, poi c’è Fabio Bianchi alla viabilità, Roberto Saporiti al bilancio, Massimiliano Paganini a sport e ambiente, Paolo Scattolin a cultura e istruzione, Paolo Costeniero al tempo libero. Il miagolio di Tobia mi ha dato da pensare che forse lui non avrebbe messo addirittura tre assessori per questioni di secondo piano mentre invece il sindaco accorpa due compiti così importanti, e in effetti non ho potuto dargli torto, ma andiamo avanti. Giunta e consiglio sono stati ereditati in gran parte dall’amministrazione precedente (due mandati), quindi, se non altro, non è l’esperienza che manca. Semmai c’è il rischio dell’instaurazione di una vera e propria “classe” amministrativa con quello che ne consegue (Tobia mi ha fatto intendere di avere letto “La casta” e la cosa lo preoccupa un po’). I maligni, e non solo loro, aggiungerebbero il fatto che una parte di questa amministrazione si “ispira” ad una gestione ancora più antica, quella che ha governato Solbiate per decenni e che di fatto non è mai uscita di scena, tanto che a presidente della società di servizi di Solbiate, una srl a controllo comunale che si deve occupare della gestione dell’acqua e di vari altri servizi, è stato eletto Moroni, che alcuni considerano il vero deus ex machina di tutta la questione. I non maligni invece riconoscono la competenza tecnica e quindi i vantaggi che la sua presenza può portare.
Dicevamo dell’eredità politica di questa amministrazione rispetto alla precedente, cioè i due mandati di Antonello Colombo che lo hanno fatto apprezzare sia dal punto di vista della ricaduta sulla popolazione della sua gestione, sia a livello di credito personale raggiunto tra i solbiatesi (e questo potrebbe essere un fattore tutt’altro che trascurabile). Nonostante però la continuità politica (ripeto, alcuni assessori e diversi consiglieri), Antonello Colombo non è stato considerato per eventuali incarichi in questa amministrazione (anzi, si può dire che non sia stato gradito). Punto, ogni riflessione su questo argomento diventa del tutto personale e quindi al momento non serve. Pare però che lo stesso Antonello Colombo non abbia nessuna intenzione di farsi da parte definitivamente quindi è probabile che avrà un ruolo nelle prossime elezioni amministrative, forse con una nuova lista, ma al momento non ci sono notizie certe quindi non lo possiamo sapere.
Veniamo all’attuale opposizione. Alle scorse elezioni si erano presentate quattro liste. Preferirei sorvolare sulla Lega, che si è presentata da sola, ha raccolto i suoi voti e poi è abbastanza sparita. Scelte loro. Le altre due erano liste civiche (Insieme per Solbiate e Uniti per Solbiate, o qualcosa del genere), una di ispirazione sinistrorsa e una destrorsa, che se si fossero presentate insieme avrebbero vinto le elezioni. Questa considerazione ha portato ad un loro avvicinamento che si è concretizzato con la decisione di far uscire un bimestrale, La voce solbiatese, e soprattutto con un accordo politico in vista delle prossime elezioni, dove una lista del giornale si presenterà candidando esponenti di entrambe le precedenti liste. Tobia miagola di nuovo lasciando intendere che è abbastanza perplesso dalla scelta, come è possibile che esponenti di area ideologica PD possano lavorare con esponenti di area ideologica di Forza Italia e AN? Ho risposto che La Voce ha deciso di mettere in secondo piano la questione puramente ideologica, decidendo di concentrarsi sull’impegno a lavorare per il bene del paese e raccogliendo le persone che hanno voglia, entusiasmo, ed un progetto comune di intervento, al di là di come la pensano politicamente.
Al momento attuale pertanto sappiamo che avremo a che fare con due liste civiche, una dell’attuale maggioranza e una dell’opposizione, probabilmente con la Lega che presumo si presenterà da sola e raccoglierà i suoi voti prima di sparire di nuovo (a meno che non vinca), e con l’incognita di Antonello Colombo. Tobia mi guarda perplesso, in effetti manca qualcuno. Lo tranquillizzo, non è che il PD si stia disinteressando della questione, ma il fatto è che si trova in una situazione abbastanza delicata dal momento che abbiamo simpatizzanti (e attivisti) in entrambe le liste civiche, e che nostro compito al momento è quello di capire qual è la lista da appoggiare e in che modo. Per questo motivo abbiamo chiesto a due dei componenti del circolo, Lucio Ghioldi consigliere di maggioranza e Luigi Colombo consigliere di opposizione, di spiegarci come vedono la questione al momento, di raccontare le scelte dell’attuale amministrazione sia passate che future e di darci la loro opinione in merito.
Ho cercato di riassumere il più possibile perché Tobia si addormenta facilmente. Il consigliere di maggioranza ha illustrato una situazione ideale, di un paese senza problemi finanziari anche grazie ad una gestione oculata delle assunzioni negli anni passati, che non risentirà del mancato introito dell’ICI per la prima casa, che garantisce servizi sociali e aiuti alle associazioni. Ha orgogliosamente sottolineato che Solbiate non ha accettato né mai lo farà (se non con la forza) di sottoscrivere la richiesta di intervento provinciale sulle strutture idriche, intervento che Solbiate ha fatto autonomamente e con lungimiranza, e che ora potrebbe essere neutralizzato a causa del versamento di nuovi fondi per intervenire in quei comuni che invece se ne sono disinteressati. Sono molti comuni a guida leghista, e questo bisogna dirlo, perché il disinteresse della Lega per le questioni locali non è evidentemente solo un problema solbiatese. Interrogato sulla questione ha anche illustrato i progetti del comune sull’area ex-Sir (e relativa bonifica) e sui nuovi progetti di viabilità. Ma su questi argomenti ho ritenuto di entrare nel merito in un momento successivo, prima ho raccontato a Tobia dell’intervento dell’esponente della minoranza, che ha sottolineato soprattutto la mancanza di trasparenza dell’attuale amministrazione relativamente alle scelte di spesa e ai progetti, la mancanza di un piano viabilistico integrato (compreso lo spreco di denaro per un inutile studio di viabilità nel centro storico), la chiusura verso l’elezione di un esponente della minoranza nel consiglio della già citata società di servizi, e la gestione non propriamente limpida del progetto di riqualificazione dell’area ex-Sir, che secondo loro non ha seguito le procedure corrette. Sembra però che ad animare la loro lista sia soprattutto la volontà di porre fine ad una “dinastia”, intento sicuramente lodevole ma che ha suscitato la critica di chi pensa che sia comunque più importante proporre qualcosa che non lavorare contro qualcuno.
L’incontro finisce così, per il momento. Adesso abbiamo più elementi per ragionarci su, ma rimane comunque il dubbio sul da farsi. Tobia mi fa capire che per il momento può bastare e mi indica con il muso, inequivocabilmente, la porta del frigorifero (da cui spesso escono inenarrabili prelibatezze). Decido di accontentarlo in cambio della promessa di stare a sentire, nel prossimo futuro, la seconda puntata.

venerdì 16 maggio 2008

Assemblea di Circolo

Venerdì 23 maggio, alle ore 21.00 presso la sede del PD a Fagnano Olona, si terrà un'assemblea di circolo.

Ordine del giorno:
- formalizzazione del direttivo
- discussione sulle problematiche di Solbiate
- varie ed eventuali

Siete tutti invitati a partecipare

Stefano Catone

giovedì 1 maggio 2008

Le poltrone possono attendere

Ora che abbiamo perso anche Roma, ora che la sconfitta ha assunto proporzioni quasi imbarazzanti, credo sia giunta l’ora di rimboccarci le maniche.
La campagna elettorale, l’esito delle urne, le successive dichiarazioni, le prese di posizione rispetto al 25 aprile e le tante voci che giungono alle mie orecchie, hanno creato in me un profondo sconforto ed una forte delusione, amplificate da chi sostiene che “la Lega Nord ha saputo comprendere le esigenze dei cittadini”.
Io credo che tutte le questioni dei flussi dei voti, del comprendere le esigenze dei cittadini, del PD del nord siano tutte fregnacce. Non intendo sostenere che non abbiano fondamento, ma intendo sostenere che non siano questi i motivi alla base della nostra sconfitta.
Mi fa rabbia sentire che la Lega Nord abbia compreso i cittadini: sono venti anni che la Lega propone le stesse cose. Si saranno evoluti (?), avranno affinato le loro idee (?), ma la sostanza non cambia: Roma ladrona e fuori gli immigrati. La medesima compagine e le medesime idee ottengono risultati più o meno altalenanti da venti anni: è possibile sostenere che i sentimenti degli italiani cambino diametralmente a legislature alterne? Io credo di no, io credo che il voto alla Lega sia solo un voto di protesta. E non ditemi che è un “voto di pancia”. Si tratta di un voto che affonda le sue radici nel comportamento animale: creare una forte identità interna demonizzando ciò che è al di fuori del nostro gruppo, e scaricando su di esso la colpa di tutti i nostri problemi. La storia ci offre esempi molto chiari: la caccia alle streghe, i nazionalismi, l’antisemitismo, il maccartismo. Il fatto che alcuni sostengano che l’economia non gira per colpa degli albanesi scioglie molti dubbi al riguardo.
A Solbiate Olona qualcuno di voi ha mai visto un attivista della Lega Nord organizzare qualsiasi cosa che abbia un valore politico? (le feste a base di salamelle e patatine non valgono)
Eppure la Lega ha raddoppiato i voti.
Lo stesso discorso vale per il Popolo delle Libertà. Unica differenza sono i modi. Il PdL ha una classe sopraffina nel dipingere la storia nazionale degli ultimi anni come una dittatura comunista. Come se i comunisti possedessero il monopolio dell’informazione.
Per fortuna che abbiamo internet, altrimenti la nostra voce e le nostre idee non esisterebbero. Il problema di internet è che si tratta di un mezzo di informazione “di nicchia”, per due motivi: 1) ampi strati della popolazione non ne fanno uso 2) chi ne fa uso, se cerca dell’informazione alternativa, deve andarla a cercare, deve essere fondamentalmente uno “spirito critico”.
Il nostro problema è il non riuscire a raggiungere quella massa di votanti che hanno un’informazione scarsa (interamente fondata sulla televisione) e che, per i motivi più disparati, hanno fatto sì che il loro spirito critico si assopisse.

Concludendo, l’amarezza che abita in ciascuno di noi deve essere elaborata e trasformata in maniera positiva. Dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare sodo per fare dell’opposizione costruttiva ed allo stesso tempo “arrabbiata”, ma che soprattutto raggiunga tutti.
Probabilmente non coglieremo risultati nel breve periodo, ma non importa: il nostro è un progetto di ampio respiro. Impegnarsi per il cambiamento; le poltrone possono attendere.